giovedì 18 settembre 2025

L'inaugurazione di Via Panama

Esco ancora una volta dai confini di Villa Ada, anche se praticamente rimango adiacente a essi, solo perché, curiosando sul sito dell’Archivio Storico dell’Istituto Luce, ho trovato alcune fotografie, che vedete nel collage qui sotto, dell’inaugurazione di Via Panama, avvenuta il 10 ottobre del 1929, che sono interessanti per avere qualche elemento di confronto tra la prima metà del 900 e i giorni nostri.

Collage di foto dell’inaugurazione

Oltre alla presenza delle autorità – il Governatore della città Francesco Ludovisi Boncompagni e Narciso Garay, Ministro degli esteri del paese centramericano – è interessante notare, più che i pini di Villa Ada che si stagliano sullo sfondo della prima foto, l’edificio che si vede nelle altre tre, parte della grande tenuta dei Della Porta e riportata in molte piante di metà ottocento, come quella che vedete qui sotto, un estratto dalla “Pianta della città di Roma del 1891 redata dall’Istituto Cartografico Italiano con il Patrocinio del Comune di Roma”.

Villa Della Porta nella pianta di Roma del 1891

Nella pianta, ho evidenziato: (1) in blu l’edificio che si vede sullo sfondo delle foto dell’inaugurazione; (2) in rosso l’unico edificio che oggi rimane della Villa Della Porta e che si trova all’incrocio di Via Salaria con Via di Villa Ada; (3) in giallo la strada esistente al tempo, sul cui tracciato verrà poi realizzata Via Panama.

La storia di Villa della Porta e, in particolare, il fatto che oggi è nota come Villa Lancellotti, è legata alla storia delle famiglie Gangalandi, Della Porta Rondiani e Massimo Lancellotti.

La villa era in origine posseduta dai Gangalandi, che poi la vendettero ai Della Porta. Nel 1847, dopo la morte della prima moglie, Camillo Vittorio Emanuele Massimo sposò Giacinta della Porta Rodiani e nel 1900, a seguito della morte di Giacinta, la villa sulla via Salaria fu ereditata dal primogenito Filippo.

Filippo, nel 1858, era stato adottato dalla zia Giuseppina Massimo, sorella di Camillo Vittorio, che aveva sposato l’ultimo membro della famiglia Lancellotti, Ottavio Maria, principe di Lauro. Dal loro matrimonio non erano nati figli e, per evitare l’estinzione della casata, i coniugi avevano deciso di adottare Filippo Massimo, a condizione che lasciasse il suo cognome per assumere quello di Lancellotti, scelta che portò appunto la villa ad assumere il nome con il quale la conosciamo oggi.

All’inizio del Novecento, la villa del principe Filippo Lancellotti manteneva ancora inalterato tanto l’aspetto settecentesco quanto gli antichi confini. Tuttavia, in conseguenza del nuovo piano regolatore e degli sviluppi previsti per quell’area, il 31 marzo 1909 Filippo Lancellotti vendette ampia parte della villa alla Cooperativa case e alloggi per impiegati dello Stato, vendita che poi risulterà fondamentale per lo sviluppo del quartiere Verbano, che confluirà poi nel più ampio quartiere Trieste.

Le prime costruzione presero avvio nel 1921 ma, come testimoniato dalle foto dell’inaugurazione, queste evidentemente interesseranno l’area venduta solamente dopo il 1929, facendo sparire per sempre gli edifici che ne facevano parte, a partire da quello evidenziato in blu, che può essere apprezzato anche dalla foto che segue, scattata nel 1929 e parte dell’archivio Archivio Massimo Lancellotti, foto che ho preso dall’interessante pubblicazione a cura di Elisabetta Massimo Lancellotti, nella quale è descritto con grande dettaglio tutta la storia della villa.

 Foto del 1929 dell’interno di Villa Lancellotti -  Archivio Massimo Lancellotti

Oggi, come dicevo, rimane solo l’edificio che vedete qui sotto in un’immagine presa da Google Earth, edificio a tutt’oggi di proprietà dei Lancellotti e che al tempo rimase fuori dalla vendita.

Villa Lancellotti in un’immagine di Google Earth

Che dire, una storia articolata che, benché non riguardi direttamente Villa Ada, ci consente comunque di aggiungere un altro pezzettino alla trasformazione che quella zona di Roma ha subito nel tempo.

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