venerdì 13 giugno 2025

Le casette dei giochi delle principesse Savoia, figlie di Vittorio Emanuele III

Come raccontato anche nel libro “Il lampadario di cristallo” (1992), di Enrico D’Assia, secondogenito di Mafalda di Savoia e di Filippo d’Assia-Kassel (immagine 1), il re Vittorio Emanuele III aveva costruito, all’interno di Villa Ada, delle “casette dei giochi” per le sue figlie Giovanna, Jolanda, Mafalda e Maria Francesca.

Estratto dal libro “Il lampadario di cristallo”

 

I figli di Vittorio Emanuele III – Foto tratta dal libro “Savoia, album dei re d’Italia” di Silvio Bertoldi

A ulteriore conferma di quanto riportato nel libro circa l’esistenza delle casette, all’Archivio Centrale dello Stato sono riuscito a trovare alcuni documenti relativi al censimento dei beni contenuti nelle case dei giochi (fondo della Real Casa, inventario 02/008, busta 492), dove sono riportati chiaramente i nomi delle figlie di Vittorio Emanuele III associate alle diverse liste dei beni.

Fondo della Real Casa - Estratto dall’inventario delle casette dei giochi

Va notato che Mafalda e Giovanna condividevano la stessa casetta, come ci dice ancora una volta Enrico D’Assia , cosa che potrebbe spiegarsi con il fatto che, nel 1923, Mafalda e Giovanna si ammalarono di tifo, esperienza che potrebbe aver rafforzato ulteriormente il loro legame e da qui la scelta di farle giocare nella stessa casa dei giochi.

Estratto dal libro “Il lampadario di cristallo”

Confermata l’esistenza – non che ne avessi dubbio, ma una prova in più non fa mai male – restava il problema della loro collocazione all’interno della villa, collocazione della quale, per lungo tempo, ho potuto fare solo ipotesi, alcune decisamente supportate da ulteriori informazioni disponibili, altre meno, fino a quando, a marzo 2024 e grazie alle mie continue visite e alla disponibilità del personale dell’Archivio Centrale dello Stato, in particolare quello della Sala Araldica, ho trovato, nel Fondo della Real Casa – Amministrazione Privata, la cartella 177, una planimetria della villa, non datata ma ragionevolmente redatta nei primi decenni del Novecento, considerando che Vittorio Emanuele III, nel 1903, si era nuovamente stabilito nella villa, come ho raccontato, con qualche dettaglio in più,, nel post sulla storia della villa.

Fondo della Real Casa – Pianta della villa con la collocazione delle casette

Nella pianta, interessante anche per altre cose, sono chiaramente localizzate le tre casette dei giochi, in una posizione che conferma le ipotesi fatte in precedenza, in particolare quella per la casetta di Jolanda, edificio per il quale, in passato, non ero riuscito a trovare informazioni che ne confermassero la posizione ipotizzata. Per maggiore chiarezza, nell’immagine qui sopra, ho evidenziato in rosso la posizione delle casette, associando a ciascuna di esse una foto, in dimensione ridotta, di ciò che ne rimane oggi.

Per quanto riguarda la casetta di Maria, questa è sicuramente la più grande delle tre, cosa rimarcata anche da Enrico D’Assia. Sorprende un po’ la sua distanza dalla Villa Reale, circa 300 metri in linea d’aria, considerando che Maria di Savoia era la più piccola delle tre figlie del re, anche se va ricordato che Villa Ada era una residenza privata e ben controllata, cosa che poneva pochi problemi di sicurezza.

Va anche ricordato che, per lungo tempo, i resti della casetta dei giochi di Maria sono stati confusi con quelli del Fontanaccio, un fontanile in origine posizionato altrove, vicino al lago grande, in una zona al tempo molto umida e interessata da alcune falde idriche.

Oggi, purtroppo, della casa dei giochi di Maria non rimane praticamente nulla, se non i resti della scala a chiocciola che portava al piano superiore e i pochi mattoni che consentono giusto di apprezzarne il perimetro, come si può vedere dall’immagine che segue e da un video da me girato.

La casetta dei giochi di Maria, così come si presenta oggi

Per apprezzarne la sua struttura originaria si deve quindi fare riferimento alle poche foto disponibili, come quella che vedete qui sotto e che risale agli anni 70, dalla quale si può vedere la particolare struttura della casetta, tanto che al tempo coloro che si avventuravano in quella che era ancora la parte privata della villa solevano chiamarla “il fortino”.

 La casetta dei giochi di Maria in una foto degli anni 70

Sempre a proposito della casa dei giochi di Maria, Enrico D’Assia ci ricorda anche che questa fu ambientazione di una scena del film del 1970 di Vittorio De Sica “Il giardino dei Finzi-Contini”, premio Oscar nel 1972 come miglior film straniero.

 Fotogramma del film che mostra la casetta dei giochi di Maria

La casa dei giochi di Mafalda e Giovanna, invece, era in quella che oggi è chiamato “Chalet Alpino” o “Chalet Svizzero”, nomi che derivano dalla sua particolare conformazione in legno e con il tetto in ardesia, che si trova oggi, sicuramente restaurata, all’interno della proprietà privata dell’ambasciata d’Egitto. Per chi fosse interessato, qui c’è un video che ho girato.

 La casetta dei giochi di Mafalda e Giovanna, così come si presenta oggi

Infine, la casetta dei giochi di Jolanda, quella che prima di scovare la pianta nell’archivio della Real Casa è stata la più difficile da localizzare, nonostante Enrico D’Assia ci avesse dato qualche indizio, tanto che avevo fatto diverse ipotesi al riguardo, si trovava lungo il viale che scende verso l’uscita su Via Panama, a una distanza di circa 200 metri dalla Palazzina Reale, dove oggi sono presenti pochi ruderi, che ho documentato in questo video.

 La casetta dei giochi di Jolanda, così come si presenta oggi

Da notare, a conferma del periodo di costruzione, che tutte e tre le casette dei giochi menzionate non risultano invece presenti nella pianta della Real Casa, contenuta anch’essa nell’archivio della Real Casa (fondo della Real Casa, inventario 02/008, busta 503, fascicolo 26), redatta a inizio Novecento, quando Vittorio Emanuele III riacquistò la villa, pianta redatta proprio per poter valutare quali edifici ci fossero e quale ne fosse l’uso al tempo e la non presenza delle casette conferma quindi che queste furono costruite ex-novo dal re e non furono, al contrario, adattamento di edifici preesistenti.

 Fondo della Real Casa – Pianta della villa a inizio Novecento

Concludo con una piccola curiosità, legata al fatto che tutti gli edifici relativi alle casette dei giochi sono ancora censite nel catasto moderno, come mostrano le immagini seguenti.

 Catasto moderno – Le casette dei giochi

 Catasto moderno – Visura delle casette dei giochi

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