venerdì 20 giugno 2025

L’antica città di Antemnae e il secondo tornante di Via di Ponte Salario

Il secondo tornante di Via di Ponte Salario, in una foto degli anni 70

Il libro "Antemnae" di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, pubblicato nel 1978 e quindi opera non recentissima (1978), rappresenta comunque la più completa opera sull'antica città sabina di Antemnae, opera che tra l’altro è stata poi integrata da un piccolo aggiornamento, pubblicato nel 1985 da Stefania Quilici Gigli

Il libro "Antemnae" di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli

La lettura del libro è molto interessante e, benché l’opera sia molto tecnica e complessa, consente comunque di capire meglio la storia che ha caratterizzato l’insediamento sabino, del quale purtroppo oggi non rimane praticamente nulla, dato che molti dei resti furono spazzati via dalla costruzione, tra il 1882 e il 1891, di Forte Antenne, ma anche in parta dai successivi lavori per la realizzazione del campeggio, che avvennero in occasione dei giochi olimpici di Roma del 1960.

A oggi, curiosamente, una delle zone più interessanti è quella che si trova in corrispondenza del secondo tornante di Via di Ponte Salario, dove è presente quel che resta del canale di captazione del sistema idrico di Antemnae, canale che fu intercettato proprio dal “taglio” necessario alla realizzazione della strada.

Dalla lettura del libro, però, ho scoperto che la zona del tornante riservava anche altre sorprese, come la presenza di resti delle mura arcaiche della città, nella loro classica realizzazione con parallelepipedi in cappellaccio, resti oramai purtroppo spariti, e un pozzo idrico.

È proprio questo secondo pozzo che ha catturato più di ogni altra cosa il mio interesse, dato che un altro pozzo idrico è presente, a una quota leggermente superiore, a circa 60 metri in direzione est, anche se poi tale pozzo è stato completamente – e incredibilmente – ricoperto di terra, per cui al momento non risulta più visibile.

Il pozzo, la cui posizione è evidenziata, insieme a quelle del condotto e delle mura, nelle planimetrie del Genio Militare del 1886, si trova poco sotto alla scala che rappresentava la parte iniziale di un sentiero che portava verso la sommità di Monte Antenne e che, nella foto all’inizio del post, è facilmente individuabile dalla presenza di una staccionata.

La planimetria del Genio Militare del 1886, presa dal libro "Antemnae"

Oggi, purtroppo, come si può vedere nell’immagine seguente, che rappresenta lo stesso tornante ai giorni nostri – ho cercato di fare la foto con un’inquadratura che fosse quanto più simile possibile a quella della foto presa dal libro – la crescita della vegetazione spontanea ha reso praticamente invisibile il canale di captazione delle acque, che risulta nascosto e individuabile solo arrivandoci in prossimità.

Il secondo tornante di Via di Ponte Salario, come si presenta oggi

Inoltre, vuoi per il naturale deperimento che per la scarsa manutenzione, la staccionata è del tutto sparita e il sentiero è di fatto irrintracciabile, se non con l’eccezione del poco che rimane della scaletta della quale vi parlavo. 

Le scalette, come si presentano oggi

Tornando alla posizione pozzo, indicata nella foto presa dal libro con il numero 2 e da me evidenziata con un quadrato in colore giallo, è curioso che oggi vi si trovi un manufatto di difficile interpretazione, data la presenza di un tombino la cui fattura è sicuramente moderna, che sembra appunto chiudere qualcosa che a prima vista appare più antico e che potrebbe essere ciò che resta del pozzo.

Il pozzo, come si presenta oggi

Colpisce inoltre anche il posizionamento del tombino in ferro, che normalmente viene posto a livello del terreno, mentre qui appare rilevato, come se appunto fosse una sorta di “tappo” per il possibile pozzo, cosa che però potrebbe essere spiegata con il progressivo cedimento del terreno, che nel tempo ha reso sempre più visibili le pareti del pozzo, realizzate in materiale più resistente.

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