domenica 15 giugno 2025

Il Casale delle Cavalle Madri

A pochi passi dal centro ippico Cascianese, dove ancora si può ammirare il fienile di epoca Savoia, c’è il Casale delle Cavalle Madri, che sorge sull’omonimo colle e il cui nome deriva dall’essere stato ricovero delle cavalle gravide delle scuderie del Quirinale, che così potevano partorire in tranquillità.

Il Casale delle Cavalle Madri, così come si presenta oggi

Sembra che l'origine dell'edificio risalga al XV secolo - quindi ben prima che Villa Ada prendesse forma - nella forma di due corpi di fabbrica, refusi ed unificati al prospetto sud, tanto che l’edificio in questione è censito nel Catasto Gregoriano del 1816 con due diverse particelle catastali (87 e 88 e 1/2)  associate allo stesso edificio.

 
La pianta del Catasto Gregoriano, con il casale e il vicino fienile

Consultando il brogliardo associato al catasto, si evince che le particelle risultano essere di proprietà, rispettivamente, di Giuseppe Domenico Lista e di Cencarelli Franco, entrambi legati alla Chiesa della Madonna di Costantinopoli.

Il brogliardo associato al Catasto Gregoriano

Quando nel 1958, grazie agli accordi tra i Savoia e lo Stato Italiano, parte della villa divenne parco pubblico, le eredi di Vittorio Emanuele III, alle quali rimase la proprietà della restante parte – ho usato il femminile, dato che i beni di Umberto II, ultimo Re d’Italia, titolo ereditato dopo la morte di Vittorio Emanuele III, erano stati espropriati dallo Stato Italiano nel 1948 – concessero gratuitamente il casale al conte Pierfrancesco Calvi di Bergolo, figlio della primogenita del re Jolanda di Savoia e che proprio nello stesso anno aveva sposato l’attrice Marisa Allasio, diventata famosa alcuni anni prima con il film “Poveri ma belli”.

Marisa Allasio, anche dopo la fine del suo matrimonio, abiterà nella villa fino al 2000, data nella quale la causa di sfratto intentata dal Comune di Roma arriva al suo epilogo.

Da notare che, al tempo e prima della cessione alla coppia, il casale, in una delle piante disponibili presso l’Archivio di Stato nel Fondo della Real Casa, era identificato come “granaio”, in quanto probabilmente utilizzato per lo stoccaggio del fieno consumato poi dalle cavalle, ospitate nel vicino fienile.

 
La pianta di inizio 900 con l’indicazione del casale a uso di fienile

Internamente il casale presenta due piani piuttosto ampi, un locale ribassato, collegato al piano terra da un breve scala e che probabilmente fungeva da autorimessa, ipotesi supportata dalla presenza, sul lato Est del casale, di un varco di ingresso ampio tanto da consentire l’ingresso di un’auto o di altri mezzi e, infine, un abbaino o mansarda, con accesso attraverso una scala estensibile nascosta da una botola. Per chi fosse interessato, qui c’è un video dell’interno girato da me qualche tempo fa.

All’esterno, curiosa la presenza, sul portone di ingresso, di due piccole figure in legno di chiara impronta egizia.

Le teste egizie sul portone principale

All’esterno del casale, ma sempre comunque all’interno del terreno che ne rappresenta la proprietà, sono rilevabili: (1)i resti di una vasca, probabilmente appartenente a una fontana o lavatoio; (2) un pozzo circolare, in mattoni, di diametro piuttosto ampio; (3) due cippi ACEA che segnalano il passaggio dell’Acquedotto Vergine (immagini 8 e 9), curiosamente posizionati molto vicini tra loro. Per chi fosse interessato, qui c’è un mio video che illustra l’esterno del casale.

I resti di una vasca 
 
 
Il pozzo circolare
I due cippi dell’Acquedotto Vergine

Va anche segnalata la sparizione di un elemento decorativo, presente in una foto che risale agli anni 90, che sembrerebbe essere una piccola edicola votiva, come si può vedere nella prima immagine, elemento che, a voler essere molto ottimisti, forse è finito in un qualche deposito del Comune o, a essere più realisti, è stato prelevato da qualcuno e ora sarà in bella mostra in qualche abitazione privata.

La foto del casale nella quale si vede chiaramente la piccola edicola

Interessante anche la notizia, riportata dal quotidiano La Repubblica in un articolo del 1998, del tentativo di Marisa Allasio di scavare un pozzo artesiano, probabilmente per avere a disposizione una fonte idrica aggiuntiva, tentativo poi fermato a causa delle evidenti violazioni relative alle autorizzazioni per effettuare un tale scavo.

Durante il suo soggiorno nel casale, inoltre, non si sa se ad opera solo dell’attrice o anche del marito, venne edificata una costruzione abusiva, scoperta dal Comune solo successivamente che l’assegnò successivamente in concessione all’associazione Animal Mundi e dove venne trasferita la colonia felina presente nelle serre Savoia, colonia che fu necessario spostare a causa del progetto del Museo del Giocattolo ipotizzato dalla giunta Veltroni e mai realizzato.

L’edificio abusivo, che ospitò la colonia felina

Nel 2018, durante un’ispezione da parte del personale del Comune e della ASL, la colonia, che nel frattempo era diventata anche una sorta di ricovero per cani, fu stata trovata in condizioni igieniche molto precarie, tanto che nel 2022 la concessione è stata ritirata e si è proceduto allo sgombero dell’edificio, anche se, come ahimè spesso accade, dopo lo sgombero nulla è stato fatto e l’edificio versa oggi in totale abbandono, in parte vandalizzato e ancora ingombro di rifiuti di ogni genere, come testimoniato da un mio video fatto a febbraio 2023.

Il Casale delle Cavalle Madri versa oggi in uno stato di totale abbandono. Nel 2006 fu presentato un progetto per il suo recupero, al quale però non venne dato alcun seguito, mentre più recentemente sembra siano stati finalmente stanziati, nell’ambito di un programma più ampio che interesserà anche altri edifici della villa, i fondi necessari per il suo restauro, anche se la situazione non sembra essere del tutto chiarita, come si può leggere in questo articolo e in quest’altro.

La scheda del progetto del 2006 di un Museo Disney da realizzarsi nel casale

A oggi, si può giusto segnalare un intervento del 2023 volto a rimuovere la fitta vegetazione che da tempo aveva conquistato tutto lo spazio antistante al casale e ad abbattere anche gli alberi pericolanti, cosa che, se non altro, ha liberato il casale alla vista dei visitatori, consentendone di apprezzare la struttura. Va però osservato come, dal 2023, la vegetazione stia ovviamente ricrescendo, ricreando quella sorta di piccola giungla che, se non si interverrà di nuovo, nasconderà nuovamente alla vista il casale.

Con l’attivazione dei fondi del PNRR, poi, il Comune ha annunciato una serie imponente di lavori che interesseranno la villa, per un totale complessivo di circa 14 milioni di euro, tra i quali viene menzionato anche il Casale delle Cavalle Madri, ma solo come obiettivo ancora da finanziare. Insomma, sulla carta sembra ci sia molto, per cui non resta che auspicare che alle parole e ai proclami, poi seguano i fatti.

Concludo con una nota quasi di colore, legata a quanto dicevo all’inizio circa la presenza di un edificio abusivo, che a tutt’oggi risulta ancora non accatastato, come si evince dalla pianta del Catasto Moderno, nel quale l’edificio in questione compare ma senza una particella catastale associata, come invece è il caso del casale vero e proprio.

 
Pianta del Catasto Moderno

A rendere ancora più pittoresca la situazione, sorprende che, almeno fino al 2022, la proprietà del casale fosse ancora ascritta alla società “Villa Ada 87 Spa”, con atto del 21 ottobre 1987, anno in cui gli eredi Savoia vendettero buona parte della villa a tale società, posseduta da Renato Bocchi, acquisto giustificato dalla speranza di avviare un progetto di lottizzazione della villa, che fortunatamente non ebbe mai seguito grazie agli interventi del Governo italiano, come ho raccontato nel post sulla storia della villa.

 
Visura dal Catasto Moderno

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