domenica 15 giugno 2025

La Torretta del Roccolo

 

La Torretta del Roccolo, in alcune foto prima dell’avvio dei lavori di restauro

Sulla cima del Colle del Roccolo, zona di Villa Ada che Vittorio Emanuele II aveva dedicato a riserva di caccia e che rappresenta una delle quattro alture della villa, insieme al Colle delle Cavalle Madri, il Colle della Finanziera e a Monte Antenne, si trova la Torretta del Roccolo, della quale rimangono di fatto solo le mura esterne, che consentono comunque di apprezzarne la struttura, mentre l’interno è oramai vuoto, anche se rimane rilevabile la sua suddivisione in piani e le tracce di alcuni elementi interni, oramai non più presenti.

Sulla parte esterna della torretta, invece, sono riscontrabili le tracce delle scale che portavano ai piani superiori, oramai visibili quasi esclusivamente nei resti dei gradini nel punto in cui questi si innestano nelle mura, e il tetto in legno, ancora ben presente e del quale, dall’interno, se ne può apprezzarne il disegno. Per chi fosse interessato, qui c’è un video da me girato nel 2024.

Il Colle prende il nome da una tecnica di uccellagione, ovvero la cattura di uccelli vivi, tecnica ben descritta nell’articolo di Lorenzo Grassi, tanto che costruzioni analoghe alla torretta di Villa Ada sono presenti in molte zone d’Italia, come ad esempio in Lombardia, nel Parco del Lura, dove la costruzione, oramai non più utilizzata per i suoi scopi originari, è ancora in ottimo stato, come descritto in e nella bergamasca, tanto che, con riferimento alla Val Gandino, parte della più ampia Val Seriana, per la quale è disponibile un interessante e completo studio.

Lo scopo della cattura di uccelli vivi era principalmente quello di fornirli ai cacciatori, in modo che questi possano poi utilizzarli come richiami per la loro attività venatoria e va detto che - fortunatamente, almeno a mio avviso - questa pratica di caccia è oramai vietata in Italia e in buona parte dell’Europa, come si evince dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha vietato la caccia con il fischio in Francia.  Va però detto che, recentemente, il Ministro Lollobrigida, durante il Question Time alla Camera dei Deputati, ha affermato la volontà di rivedere la normativa che regola le attività venatorie, inclusa quella parte relativa all’uso di animali vivi come richiamo.

Oggi, la conformazione tipica del Roccolo, nella sua parte specificatamente legata alla cattura degli uccelli, è irrintracciabile, ma nel 1954, ad esempio, la torretta e l’ampio spazio che da essa si estendeva, spazio contornato dagli alberi dove venivano poste le reti, erano ancora ben visibili, come evidenziato da una foto aerea di quell’anno e nella quale ho evidenziato sia la torretta, che il prato circostante.

Foto aerea del 1954, con evidenziata l’area del Roccolo

Interessante, al suo interno, la marcatura in colore rosso scuro della finestra dalla quale venivano lanciati gli spauracchi, che per forma simulavano il volo di uccelli rapaci, cosa che induceva gli uccelli, per istinto, a fuggire, levandosi in volo e mantenendosi bassi, aumentando la probabilità che rimanessero impigliati nelle reti.

La finestra rossa, evidenziata in basso a destra, dalla quale venivamo agitati gli spauracchi

Altro elemento curioso è la presenza di alcuni fori di proiettile su uno dei lati della torretta, che potrebbero risalire ai tempi della lotta armata, visto che ci sono voci e alcune testimonianze che sembrerebbero indicare che, in quella zona, che ricordo in quegli anni era chiusa al pubblico e decisamente selvaggia, si esercitavano alcuni elementi delle fazioni più estreme.

I fori di proiettile sul muro della torretta

La torretta, oltre al suo interesse storico, è anche un buon punto di passaggio per molti sentieri, visto che, una volta raggiunta, si può decidere se proseguire verso nord, arrivando a un varco che consente di raggiungere Monte Antenne, oppure scendere sul versante del Colle del Roccolo, fino a incrociare i resti della Tagliata del Roccolo o, infine, prendere a sud, verso Villa Polissena e Via Panama.

A inizio 2023, la Torretta del Roccolo è stata messa in sicurezza, chiudendone tutti gli accessi con pesanti lastre di ferro, operazione resasi necessaria per evitare ingressi indesiderati – io stesso ho notato, per qualche mese, una frequentazione quasi regolare – in un luogo potenzialmente pericoloso.

La messa in sicurezza

Più recentemente, sono partiti gli interventi per il suo restauro, con l’obiettivo di renderla nuovamente visitabile, nell’ambito di un progetto che prevede la realizzazioni di percorsi didattici all’interno della villa e, a tale proposito, si è anche in attesa del risultato del bando del Comune, lanciato a fine 2024 e riaperto a gennaio 2025 per dare più tempo agli eventuali partecipanti, relativo al suo affidamento, insieme al Bunker Savoia, così che entrambi questi possano essere nuovamente fruibili.

Il cartello con la descrizione del progetto posto non lontano dalla torretta
Estratto dal bando del Comune di Roma

Al momento, la Torretta risulta protetta da una recinzione metallica e circondata da impalcature, necessari per i lavori di restauro, anche se questi sembra procedano con estrema lentezza, tanto che le impalcature sono state installate poco meno di un anno dopo le recinzioni.

La torretta come appare a giugno 2025, con la recinzione e le impalcature

Concludo ricordando che la Torretta del Roccolo è ricordata anche nel libro di Enrico D’Assia, secondogenito di Mafalda di Savoia e di Filippo d’Assia-Kassel, “Il lampadario di cristallo”, edito da Longanesi, che ci riporta a un’epoca nella quale, evidentemente, la vegetazione era meno fitta e l’urbanizzazione sicuramente meno sviluppata, tanto da poter avere un colpo d’occhio sulla vallata che oggi sarebbe difficilmente replicabile.

Estratto dal libro “Il lampadario di cristallo”

Nessun commento:

Posta un commento

Nel fare i tuoi commenti, ricordati sempre di essere educato e la regola che dice di criticare le idee e non le persone.

Quando a Villa Ada si produceva (forse) il vino

Quel che resta oggi dell’edificio al servizio della vigna Probabilmente per volere di Vittorio Emanuele II – non ho trovato documenti al ...