Non è certo uno degli edifici più interessanti di Villa Ada, senza un trascorso particolarmente entusiasmante, ma credo valga comunque la pena parlarne un po’, se non altro perché proprio per essere quasi defilato, molti non lo conoscono.
Il casale in questione è una delle due “tribune” e fa coppia con quello denominato Tribuna II, da poco restaurato e sede del servizio giardini, anche se a quanto pare, dopo i lavori, sarà in parte aperto al pubblico per le visite, come dichiarato dal Sindaco Gualtieri.
Il casale risulta già censito nel Catasto Gregoriano del 1816 e curiosamente censito come “Casa con corte ad uso osteria”, come si può vedere nell’immagine seguente, un estratto della pianta e del brogliardo associato ad essa.
L’uso come osteria era probabilmente legato alla sua posizione su una via così importante come lo era la Via Salaria, direttrice di ingresso nella città, sia di visitatori che mercanti, tanto che, più fuori dove c’è ancora la Torre Salaria, erano attestati i “fiscali”, il cui compito era esigere il dazio sulle merci in entrata.
La posizione del casale era di poco al di fuori della proprietà di Luigi Pallavicini, al quale si deve il merito di aver dato via a quello che, di fatto, fu l’embrione di Villa Ada, come ho raccontato nel post sulla storia della villa. Nel 1835 la proprietà di Luigi Pallavicini sarà acquistata dai Potenziani, una potente famiglia reatina, tanto che, nella pianta del suburbio romano del 1839, l’area viene già denominata “Villa Potenziani”.
Successivamente, con l’acquisto della proprietà da parte di Vittorio Emanuele II avvenuto nel 1872, il casale diventerà parte della villa grazie alle numerose acquisizioni fatte, che arriveranno fino alla tenuta di Monte Antenne, portando l’estensione della villa a quella che conosciamo oggi, al netto di alcune aree che saranno poi cedute al Comune per progetti di edilizia residenziale o che resteranno in mano a soggetti privati a causa delle vicissitudini legate all’eredità del Re e all’entrata in vigore della Costituzione Italiana.
Dalla pianta della Real Casa del 1904, redatta quando Vittorio Emanuele III acquistò la villa dalla Banca Romana, risulta che l’edificio era sede dei giardinieri – nella pianta si usa il termine singolare, ma è ragionevole ritenere che il casale non fosse a disposizione di una sola persona – con tanto di orto annesso.
Il casale, che da una visura risulta catastalmente suddiviso in cinque unità di varia dimensione, è oggi una proprietà privata e, tra l’altro, ha ospitato per lungo tempo un appartamento a uso di casa vacanze – uso il verbo al passato, dato che da qualche mese il link alla sua descrizione non è più attivo.
Infine, giusto per avere un colpo d’occhio più ampio, nell’immagine qui sotto, presa da Google Earth, ho evidenziato il casale in questione in modo che lo si possa meglio collocare rispetto agli altri e più noti edifici.
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