Presso l’Archivio Storico Capitolino, nella sezione “Piano Regolatore - Posizione 31 - Busta 356 - Fascicolo 4”, sono conservate, oltre a interessanti documenti, anche tre piante che riportano le operazioni di esproprio dei terreni di Monte Antenne in relazione alla costruzione del Forte che, ricordo, avvenne tra il 1882 e il 1891, nel periodo nel quale la villa era di proprietà del conte Giuseppe Telfener, avendola lui acquistata nel 1879 da Umberto I, erede di Vittorio Emanuele II, morto il 9 gennaio 1878, come ho già raccontato, con più dettagli, nel post sulla storia della villa.
Vien da dire che, se al tempo della costruzione del Forte Villa Ada fosse stata ancora proprietà dei Savoia, probabilmente l’esproprio non si sarebbe fatto, almeno non secondo le procedure formali, visto che i Savoia erano in fin dei conti la famiglia reale.
Le tre piante, seppur non precise dal punto di vista topografico, tanto da renderne quasi impossibile la sovrapposizione con le odierne immagini satellitari, sovrapposizione sempre utile a confrontare epoche diverse, sono però interessanti per gli elementi rappresentati, che consento di apprezzare molto bene come era pensata la zona del Forte e, in particolare, gli elementi al contorno, come i nomi dei proprietari delle zone confinanti, gli accessi e le strade, le protezioni e altre opere di servizio.
Pianta della zona del Forte, con i principali elementi
In questa pianta, sicuramente la più interessante per la quantità di elementi interessanti, ho evidenziato:
- in rosso, le chiusure verso Villa Ada, realizzate mediante staccionate;
- in giallo, le cave e la fornace che furono create per ricavare il materiale di costruzione del Forte;
- in verde, la funicolare che fu costruita per portare il materiale sulla cima di Monte Antenne; in marrone, la strada di accesso, oggi Via di Ponte Salario;
- in viola chiaro e vola scuro, rispettivamente, la prima e la seconda zona di rispetto del Forte;
- in blu, la posizione di quei termini lapidei di confine che, a oggi, sono ancora presenti (o meglio, quelli che sono riuscito a trovare) e, per ciascuno di essi, la foto che li rappresenta.
Per quanto riguarda i termini lapidei di confine, tra l’altro, il fascicolo presso l’archivio contiene anche l’avviso che fu pubblicato il 22 agosto 1889 per convocare, in pubblica seduta, i proprietari delle proprietà confinanti, con lo scopo di “addivenire in contraddittorio” alla determinazione della posizione dove porre tali termini.
Avviso pubblico per il posizionamento dei termini lapidei
L’avviso non riguardava solamente Telfener, anche se questo possedeva la maggior parte dei terreni interessati dall’esproprio, ma anche altri nomi importanti, almeno per quanto riguarda la storia delle famiglie romane.
Elenco dei proprietari interessati dall’esproprio
È poi disponibile una seconda pianta, sicuramente meno ricca di dettagli, che riporta comunque alcuni elementi interessanti, come:
- in rosso, la collocazione dei cancelli di accesso;
- in blu, due fontanili a oggi irrintracciabili;
- in giallo, le cave e le fornaci, già evidenziate nella prima pianta, fornaci delle quali, sempre nello stesso fascicolo, sono presenti due interessanti foto, non proprio di qualità eccellente, ma ricordiamoci parliamo di foto ottocentesche.
Pianta della zona del Forte, con ulteriori elementi
Le fornaci per la costruzione del forte
C’è infine una terza pianta, interessante per l’esproprio relativo specificatamente all’area del tiro a segno reale, che si trovava dove oggi ci sono gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa, in quanto, benché la pianta non sia datata, questa riporta la descrizione degli espropri già effettuati, tra il 1873 e il 1887, per la costruzione del Forte – nel testo si usa il tempo passato – e quella da effettuarsi per l’area del tiro a segno, per la quale si usa il tempo futuro.
Esproprio dell’area del tiro a segno reale
La stranezza è legata la fatto che il tiro a segno reale fu inaugurato il 2 luglio 1871, cosa che suggerisce l’ipotesi che l’esproprio fu deciso solo in conseguenza del passaggio di proprietà della villa dai Savoia a Telfener, per far sì che il tiro a segno militare non sorgesse su un’area privata di proprietà di un soggetto che nulla aveva a che fare con la famiglia reale.
Tornando all’esproprio dei terreni per la costruzione del Forte, va sottolineato che questo fu oggetto di una lunga controversia tra il Comune di Roma e Telfener, che si sviluppò in sentenze e ricorsi, tutti documentati nel fascicolo già menzionato, fino ad arrivare a sentenza definitiva in Corte d’Appello.
Sentenza della Corte di Appello di Roma
La sentenza fissò il valore della parte espropriata a poco più di 232.000 lire, a fronte di una valutazione peritale di circa 317.000 lire.
Valore finale dell’esproprio
Valutazione peritale del valore dell’esproprio
Il valore finale, ma anche la valutazione peritale, sembrano indirettamente confermare la tesi di Emilio Richter, Direttore dei lavori al tempo di Vittorio Emanuele II, che nel suo volume dove descrive la controversia sorta in merito al pagamento di tali lavori, parla esplicitamente di come la vendita a Telfener fu un “carrozzino” (guadagno illecito o contratto fraudolento), visto che la cifra alla quale avvenne fu di 513.000 lire e, quindi, pari all’incirca al doppio del valore finale deciso per l’esproprio, cosa curiosa visto che l’area espropriata era più o meno pari a ¼ di quella dell’intera villa e senza particolari edifici storici che, al tempo, potessero innalzarne il valore.
Estratto dal volume scritto da Emilio Richter
Nessun commento:
Posta un commento
Nel fare i tuoi commenti, ricordati sempre di essere educato e la regola che dice di criticare le idee e non le persone.