venerdì 20 giugno 2025

La festa degli alberi del 1902 e il cippo ritrovato

L’istituzione della “Festa degli alberi” si può far risalire a Guido Baccelli, che la introdusse e la celebrò nel 1899 quando era Ministro della Pubblica Istruzione. Baccelli, in un suo passaggio, ci ricorda infatti che “il culto delle selve simboleggianti la perpetuità della famiglia e della patria, vive ancora negli usi del nostro popolo, che in più luoghi consegna alla terra una famiglia di alberi, al nascer di ciascun figliuolo”.

L’istituzione vera e propria della festa si ebbe però il 2 febbraio 1902, quando Vittorio Emanuele III emanò un Regio Decreto che ne stabilì le modalità, poi riprese successivamente con un altro Regio Decreto del 30 dicembre 1923. Infine, nel 1951 il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste stabilì che la festa degli alberi si dovesse svolgere il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna.

Tornando al 1902, il 31 marzo si ebbe la celebrazione della festa con una cerimonia in quello che sarà poi chiamato il Bosco della Regina Elena, sul versante di Monte Antenne che scende verso quella che oggi è Viale della Moschea, come raccontato da un articolo della rivista “La Civiltà Cattolica”, nel quale però si riporta erroneamente la data del primo aprile, dove ho evidenziato la parte relativa alla posa di un cippo marmoreo, che oggi conosciamo come Cippo della Regina Elena e sul quale tornerò tro pochissimo.

L’articolo della rivista “La Civiltà Cattolica”

Nell’immagine che segue, potete vedere una foto fatta in occasione della festa – grazie a Lorenzo Grassi per averla trovata – che potrebbe però anche essere leggermente successiva e, per così dire, retrodatata, che mostra un versante di Monte Antenne quasi del tutto irriconoscibile rispetto a come appare oggi.

 La foto fatta in occasione della festa degli alberi

La foto dovrebbe esser stata scattata da dove oggi ci sono i campi dell’Acqua Acetosa, mentre al tempo la stessa zona era occupata dl tiro a segno reale, probabilmente già in fase di dismissione, come si può notare dall’immagine seguente, estratta da una foto aerea del 1919, nella quale si nota la traccia sul terreno del tiro a segno e dove ho evidenziato, in rosso, quello che dovrebbe essere l’edificio che si vede nella foto della festa e, con una freccia, la direzione approssimata dello scatto.

La foto aerea del 1919, con evidenziato l’edificio ripreso dalla foto precedente

Per l’occasione, celebrata anche da alcune cartoline, furono piantati centinaia di cedri dell’Himalaya e, soprattutto, un cippo marmoreo con la dedica del bosco alla Regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III.

Una cartolina celebrativa della festa degli alberi

Tornando al cippo menzionato nell’articolo della rivista “La Civiltà Cattolica”, la sua esistenza mi ha ovviamente incuriosito e, anche se ero decisamente pessimista sulla possibilità che fosse ancora in loco, ho provato più volte a ispezionare la zona, partendo da quella evidenziata in verde nella seguente immagine – una pianta altimetrica del 1924 – adiacente alla vecchia strada che porta alla base del bosco, strada che terminava con il tiro a segno reale, oltre il quale, dalla pianta, non risulta esserci una sua prosecuzione.

Pianta altimetrica del 1924, con evidenziate le aeree della mia ricerca

L’ipotesi che avevo fatto è che le autorità fossero arrivate proprio da quella strada, fermandosi per la cerimonia nel tratto compreso tra quella che oggi è la Via Olimpica e l’area del tiro a segno e che il cippo fosse stato posto nello stesso tratto, che ho attentamente ispezionato, senza però trovare nulla. Per scrupolo, ho anche ispezionato l’area in rosso, che benché al tempo non fosse facilmente raggiungibile, poteva comunque essere di un qualche interesse. Purtroppo, nulla neanche lì.

Poi, però, come spesso accade e quando le speranze si stavano oramai esaurendo, l’8 febbraio 2024 è avvenuto il miracolo, non per merito mio, ma grazie ai lavori di riqualificazione vegetazionale della villa, durante i quali, in una zona diversa da quanto mi aspettavo e che prima dei lavori era di fatto impenetrabile, è venuto alla luce il cippo, che si trova non alla base del bosco, ma alla sua sommità, in una zona elevata rispetto a quelle circostanti, cosa che, con il senno del poi, è ragionevole, visto che in questo modo il cippo poteva essere visto dal basso e da altre angolazioni e che, dalla sua posizione, si aveva il colpo d’occhio sul bosco e sull’ampia vallata circostante, dove oggi sorgono la moschea e gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa.

 Le misure del cippo e la sua iscrizione evidenziata

Come si può vedere, il cippo – che peraltro sembra essersi ben conservato, forse proprio perché collocato in una zona difficilmente accessibile e, sulla carta, di scarso interesse, visto che si trova in prossimità del collegamento con Monte Antenne – è decisamente imponente, con un’altezza di circa 2 metri e un corpo centrale della forma di un parallelepipedo di 90 centimetri di lato, come ho anche documentato in questo video.

Il lato rivolto verso valle riporta l’iscrizione latina “Pridie kal apriles an MDCCCCII Victorio Emanuele III rege Helena Regina Augusta fausto omine adstantibus clivum apud Antemnas arboribus conseri nascentemque silvam Helenae Reginae nomine nuncupari in spem civilis utilitatis et cultus decretum est”, che tradotta – ho usato ChatGPT – suona più o meno come “Prima del giorno precedente alle calende di aprile, nell'anno 1902, sotto il regno di Vittorio Emanuele III, re, e della regina Elena, augusta, con favorevoli auspici, in presenza di numerosi testimoni, è stato stabilito piantare alberi lungo il pendio presso gli Antemnati e chiamare la foresta nascente con il nome della regina Elena, nella speranza di un beneficio civile e di un miglioramento del territorio” (il giorno prima delle calende di aprile è, appunto, il 31 marzo).

Da notare che al tempo, in un articolo del quotidiano “Il Popolo”, veniva riportata la stessa dedica, specificando che questa fu redatta dal Ministero Baccelli in persona.

 L’articolo del quotidiano “Il Popolo”

Interessante, poi, una foto aerea scattata dall’Aeronautica Militare nel 1960, foto presa dall’Aerofototeca Nazionale, nella quale, conoscendone ora l’esatta posizione, è possibile rilevare il cippo grazie al fatto che al tempo la vegetazione era decisamente meno fitta, cosa che peraltro fa sorgere la domanda relativa a quanti “esploratori”, di quelli che al tempo si avventuravano in quelle aree, l’avessero già trovato.

Foto aerea scattata dell’Aeronautica Militare nel 1960, con evidenziato il cippo

Concludo riportando un breve articolo che comparve sulla rivista “La Tribuna Illustrata”, nell’edizione del 6 aprile 1902, piuttosto critico sulla festa, soprattutto pe quanto riguarda la scelta del periodo e quella di farne un evento nazionale. 

 L’articolo della rivista “La Tribuna Illustrata” sulla festa degli alberi

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