Il Casale della Finanziera, prima del restauro
Il Casale della Finanziera, se da un lato è uno dei più conosciuti, vista la sua posizione in un’area, quella dei giochi, molto frequentata, dall’altro è poco menzionato, sia per la sua storia che per il ruolo che potrebbe aver avuto in passato, tanto che lo stesso Enrico D’Assia, secondogenito di Mafalda di Savoia e di Filippo d’Assia-Kassel, nel suo libro “Il lampadario di cristallo” (1992 - Longanesi), ci dice “Su un poggio poco frequentato sorgeva un casale chiamato ‘dei finanzieri’, ma non ci fu mai chiaro cosa facessero i finanzieri in quel luogo”.
Estratto dal libro “Il lampadario di cristallo”
Interessane notare che, nella pianta della Real Casa del 1904, anno in cui i Savoia riacquistarono definitivamente la villa, l’edificio viene indicato come disponibile, cosa che conferma che il nome giunto fino ai giorni nostri gli fu attribuito dopo tale data, probabilmente dai Savoia stessi. Un’ipotesi al riguardo è che il nome possa aver preso spunto dalla presenza, nell’Ottocento, di un punto di controllo delle cosiddette “guardie fiscali”, che alloggiavano nella Torre Salaria e il cui compito era quello di esigere il dazio per le merci che entravano a Roma percorrendo la Via Salaria.
In passato, fino a circa gli anni duemila, il casale fu sede di diverse associazioni, come l’Arpa Lazio e il Wwf, poi, complice anche il crollo di un albero che lo danneggiò, fu abbandonato e, da allora, le azioni vandaliche hanno, purtroppo, avuto campo libero, portando il casale allo stato attuale, uno stato non certo invidiabile, come si può vedere da alcune delle immagini dell’interno del casale, scattate dall’esterno sfruttando le molte finestre rotte.
L’interno del Casale della Finanziera, prima del restauro
Non bastasse il degrado e i danneggiamenti, nel 2000, nell’area esterna del casale, furono trovate tracce di amianto ed Eternit, all’interno di quella che era una centralina del CNR.
Nel 2020, il Comune di Roma aveva approvato il restauro del casale e, nel 2021, confermato lo stanziamento di 750.000 Euro per tale attività, anche se non sembra fu mai bandita la gara per l’assegnazione dei lavori.
Successivamente, con delibera della Giunta Capitolina del 2 agosto 2022 – protocollo RC n. 22697/2022 – fu approvato un nuovo stanziamento, pari a 1.350.000 euro, per il restauro del casale ma, ancora una volta, anche a tale delibera non fu poi dato seguito, tant’è che non ho trovato traccia del bando di gara che avrebbe dovuto essere pubblicato.
Estratto dalla delibera della Giunta Capitolina del 2 agosto 2022
Fortunatamente, grazie anche ai fondi del PNRR, nel 2024 il progetto di recupero ha avuto nuova linfa e al momento in cui sto scrivendo il post, i lavori sono in corso.
Concludo, dicendovi che nei pressi del casale è tutt’ora presente e funzionante una centralina di monitoraggio ambientale dell’Arpa Lazio, i cui rilevamenti possono essere consultati a questo indirizzo.
La centralina di monitoraggio
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