lunedì 1 settembre 2025

Il palazzo Intesa Sanpaolo

All’interno della cartella 177, parte del Fondo della Real Casa – Patrimonio privato, custodito presso l’Archivio Centrale dello Stato e purtroppo ancora non catalogato se non in piccolissima parte, ho trovato un interessante progetto relativo alla sostituzione della cancellata in ferro con una muratura in mattoni di un palazzo che, in sincerità, non pensavo fosse al tempo parte di Villa Ada o, quantomeno, di proprietà dei Savoia.

Anticipo subito che tale progetto non vide mai la luce – al netto delle considerazioni fatte più avanti – dato che come si può vedere dall’immagine qui sotto, la cancellata è ancora al suo posto, segno che qualcosa deve aver fatto cambiare idea o, in qualche modo, impedito l’esecuzione dei lavori, elementi che concorrono a dare un’idea dell’epoca del progetto, che purtroppo non è datato.

Il palazzo, così come si presenta oggi

Tornando al palazzo in questione, oggi sede della banca Intesa Sanpaolo, questo è quello bianco che si trova subito dopo Villa Elena, verso Via Panama e che, come vi dicevo, ho sempre pensato fosse esterno alla proprietà dei Savoia, cosa invece apparentemente smentita dal progetto in questione, come vi dicevo non datato ma che può ragionevolmente collocarsi intorno al 1935, considerando che, come mostrerò più avanti, il disegno riporta chiaramente Via Panama, realizzata appunto in quegli anni, tanto che la via non compare nel piano regolatore del 1919, mentre è presente in quello del 1931.

A conferma del periodo temporale, va notato che il palazzo non è censito nel Catasto Rustico, nel suo ultimo aggiornamento del 1903, come potete vedere dall’immagine che segue, cosa che conferma una sua realizzazione successiva, anche se nella pianta si vede chiaramente una particella, la 365, all’interno della quale sarà poi realizzato l’edificio.

Pianta del Catasto Rustico

L’edificio è assente anche nella Pianta della Real Casa del 1904, anno in cui Vittorio Emanuele III riacquistò la villa, come potete vedere nell’immagine qui sotto, dalla quale si può anche vedere come l’area dove poi verrà costruita Via Panama viene indicata come “Propaganda”, cosa che ragionevolmente rimanda alla ben nota Congregazione Propaganda Fide.

Pianta della Real Casa

L’edificio compare invece in una pianta successiva, come si può vedere qui sotto, anch’essa purtroppo non datata, ma ragionevolmente collocabile nello stesso periodo del progetto, dato che vi compaiono le Casette dei Giochi delle figlie di Vittorio Emanuele III, da lui volute e fatte realizzare.

Pianta con le casette dei giochi

Questa seconda pianta, peraltro, permette anche di conoscere la destinazione d’uso del palazzo, dato che l’edificio è etichettato come “Amministrazione”, come se questo dovesse ospitare il personale destinato all’amministrazione dei beni dei Savoia.

Tornando al progetto, nell’immagine qui sotto trovate un disegno che descrive ciò che si sarebbe dovuto realizzare, arricchito con l’immagine presa da Google Earth in modo da apprezzare la corrispondenza tra l’edificio riportato nel progetto e la sua immagine satellitare.

Disegno del progetto

Per facilitare il confronto storico, nell’immagine seguente ho invece affiancato il prospetto dell’edificio così come compare nel progetto con la foto odierna, già mostrata all’inizio del post.

Confronto tra il progetto e l’edificio come si presenta oggi

Va detto, per completezza, che il progetto mostra la presenza di due elementi divisori, quello su Via Salaria e quello interno, che separa la proprietà dalla villa, elementi divisori sui quali sono presenti dei varchi, come mostrato nella figura che segue e, in particolare, quello presente sulla separazione interna farebbe ipotizzare che il palazzo e la villa fossero già connessi.

Gli elementi divisori e i relativi varchi 

Questa doppia separazione, teoricamente, farebbe sorgere il dubbio su quale cancellata fosse da sostituire, anche se la presenza del prospetto su Via Salaria dovrebbe confermare che fosse tale cancellata a dover essere sostituita o, eventualmente, entrambe, mentre appare poco probabile la sostituzione solamente di quella interna.

Difficile invece capire l’anno di costruzione del palazzo in questione, dato che questo compare per la prima volta nel piano regolatore del 1926, come si può vedere dall’immagine che segue, anche se a vederne la forma, questa sembra ben differente da quella attuale e anche collocato in una posizione leggermente spostata verso Via Panama.

Piano regolatore del 1926

Nel piano regolatore del 1931, la situazione cambia nuovamente ma, ancora una volta e come testimoniato dall’immagine qui sotto, non si rileva una forma dell’edificio come è oggi – anzi, a dirla tutta, non si capisce nemmeno chiaramente se quei contorni indichino o meno un edificio – anche se va comunque sottolineato che i piani regolatori dell’epoca non brillavano per precisione delle piante associate, per cui resta sempre il dubbio di un’eccessiva approssimazione dei disegni.

Piano regolatore del 1931

Questa sorta di linea temporale suggerisce due ipotesi: (1) il palazzo fu realizzato da qualcun altro e poi i Savoia decisero di acquistarlo per usarlo come sede dell’amministrazione; (2) il palazzo fu costruito dai Savoia, nel periodo tra l’acquisizione del 1904 e il progetto in questione, sfruttando una zona probabilmente già classificata come edificabile – considerando che parliamo della famiglia reale, anche se così non fosse stato, probabilmente la cosa non avrebbe comportato particolari problemi – anche se non si capisce perché, successivamente alla costruzione, fu poi deciso la sostituzione della cancellata.

Difficile dire quale delle due ipotesi sia la più probabile, anche se personalmente propendo per la prima, che giustificherebbe anche il progetto della sostituzione della cancellata, per dare una sorta di continuità della recinzione della villa, che in tutte le altre parti è appunto fatta in muratura.

Su questo tema, non aiuta nemmeno una visura catastale, dato che la relativa particella risulta fortemente frazionata e, nel tempo, oggetto di diverse modifiche catastali e le visure storiche non vanno così indietro nel tempo da consentire di ricondurre la proprietà ai Savoia.

Va detto, comunque, che da un’interrogazione mirate su alcune unità oggetto del frazionamento, si evince che la proprietà attuale, dopo una serie di passaggi, sembra essere ora della società INTRAMAR SpA, come si può vedere dall’estratto che segue.

Estratto dalla visura catastale

Dubbi analoghi sul perché il progetto non fu poi realizzato, almeno nella parte che affaccia su Via Salaria, e qui l’ipotesi potrebbe essere legata alla datazione precisa dello stesso che, se fosse stata a ridosso del periodo bellico, ne giustificherebbe l’abbandono per sopraggiunte preoccupazioni e priorità e a cosa accade poi a valle dell’armistizio del 1943.

Insomma, come ahimè spesso accade nel ricostruire la storia della villa, direi che non è che ci sia tutta questa chiarezza, tra tempo, costruzione e lavori successivi.

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