Poco sotto al Belvedere, realizzato da Enrico Bettini nell’ambito dei lavori voluti da Luigi Pallavicini, ci sono dei resti di difficile interpretazione, dei quali vedete un collage di foto qui sotto, dato che non sono riportati in alcuna delle piante e documenti in mio possesso, cosa che rende assai difficile capirne epoca e funzione.
Collage di foto dei manufatti
La posizione dei resti l’ho evidenziata nell’immagine che segue, dove ho anche riportato la posizione del Belvedere e del Tempio di Flora, così da agevolarne la corretta collocazione.
Immagine di Google Earth, con la posizione dei manufatti
I resti lascerebbero pensare a una struttura articolata, fatta da due vasche per la raccolta dell’acqua, ipotesi suggerita dal rivestimento interno, che ricorda molto il cocciopesto, utilizzato per rivestire i tratti sotterranei degli acquedotti antichi, come ad esempio l’Acquedotto Vergine che per un tratto passa sotto la villa, e da quelli che potrebbero essere stati i basamenti sui quali erano innestati dei pali di sezione quadrata, oramai scomparsi, che forse sostenevano una tettoia, come evidenziato dalla foto seguente, dove ho evidenziato la struttura dei basamenti e la loro dimensione, immagine dalla quale è facile vedere al centro l’incavo quadrato destinato ad accogliere i pali.
La struttura dei basamenti
Per quanto riguarda invece la distribuzione dei basamenti, questi formano un rettangolo, con il lato lungo e quello corto delle dimensioni che vedete nell’immagine qui sotto, nella quale, per non appesantirla troppo, ho riportato solo due dei quattro lati.
La posizione dei basamenti d’angolo
In aggiunta ai quattro basamenti d’angolo, ce ne sono altri intermedi, in particolare sul lato che volge verso il viale che si vede nello sfondo e che vedete nell’immagine seguente, che sembrano suggerire un separazione in due ambienti del manufatto.
La posizione dei basamenti intermedi
Tornando alle vasche, l’ipotesi che queste fossero effettivamente tali – o almeno che lo fosse una di esse – è supportata anche dalla presenza, in quella a sinistra, di ciò che appare essere stato un condotto, in ferro, con il ruolo di evitare la tracimazione, considerando che la sua estremità superiore è pochi centimetri sotto al margine superiore della vasca – nella foto sembra che questa ne superi il bordo superiore, ma va tenuto conto che lì manca la soletta superiore del muro, presente in altri tratti – e che, nella sua estremità inferiore, sembrerebbe entrare in un condotto di scolo sotterraneo.
Per quanto riguarda invece la funzione che tali manufatti potessero avere al tempo, la questione è decisamente più complessa, soprattutto considerando la loro articolazione e se da un lato le vasche suggerirebbero un uso idrico, ad esempio per dare acqua a qualche tipo di coltivazione, dall’altro la presenza dei basamenti e della probabile tettoia, farebbe pensare che il tutto fosse una sorta di luogo di lavorazione, dove l’acqua contenuta nelle vasche era funzionale a ciò che veniva lavorato sotto la tettoia.
Aggiungo anche che ho invece subito scartato l’ipotesi che tali manufatti potessero essere in qualche modo connessi con il Lago Ottocentesco, sia perché la loro epoca di costruzione sembra essere successiva a quando il lago si era già prosciugato, ma anche perché la capienza delle vasche è irrilevante rispetto a quella che aveva il lago, cosa che fa immediatamente scartare l’idea che queste potessero costituire un riserva d’acqua per esso.
Insomma, come al solito, nessuna conclusione certa e, anzi e come spesso accade, più ci penso su e più ipotesi mi vengono in mente, che temo rimangano tali, dato che parliamo di piccole cose, probabilmente mai documentate.
Concludo dicendovi che i manufatti sono riportati sulla mia mappa della villa, segnati come “Resti di una costruzione o di una vasca”, ed è anche disponibile un mio video che vi consente una visita virtuale.





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