martedì 9 settembre 2025

Il Casale Villeggi

Chi ogni tanto si avventura nella parte della villa adiacente a Via Panama, muovendosi poi a ovest – verso Via di San Filippo Martire, per capirci – avrà certamente notato che a un certo punto si incontra la recinzione dell’area che oggi appartiene ai Carabinieri, area che a nord confina con Villa Polissena.

L’area in questione viene spesso associata al Casale Renzi che si trova alla fine di Via del Canneto e che fu effettivamente donato all’Arma dall’omonimo Conte, cosa che induce a pensare che l’area in questione fosse in origine il terreno che circondava il casale. Così però non era, visto che questa era parte di un’ampia proprietà, in origine appartenuta a Pietro Sabatini e poi inclusa negli acquisti che fece Vittorio Emanuele II, dopo che ebbe acquistato, nel 1872, la proprietà dei Principi Potenziani, come ho raccontato con maggiori dettagli nel post sulla storia della villa.

La proprietà di Sabatini al tempo includeva anche quello che poi diventerà il Casale Renzi, che già nel Catasto Gregoriano del 1816 era racchiuso in una particella piuttosto piccola – particella 120 - come si può vedere dall’immagine che segue, dove ho evidenziato il casale e altri due edifici: (1) quello che poi diventerà Villa Polissena, nome assegnato all’edificio da Mafalda di Savoia e da Filippo d’Assia-Kassel, dopo che lo ricevettero in dono da parte di Vittorio Emanuele III in occasione del loro matrimonio; (2) il Casale Villeggi, del quale parlerò nel seguito. 

Estratto dalla pianta del Catasto Gregoriano

Questa particolare suddivisione catastale lascia ragionevolmente supporre che, successivamente all’acquisto dell’intera proprietà da parte di Vittorio Emanuele II, il casale in questione – la sola particella catastale 120 – fu acquistato dal Conte Renzi, mentre tutta la restante proprietà rimase ai Savoia.

L’ipotesi che il Conte Renzi acquistò solamente il casale è confermata anche dalla Pianta della Real Casa, redatta da Vittorio Emanuele III nel 1904, quando acquistò la villa dalla Banca Romana, pianta che, come mostrato qui sotto, evidenzia chiaramente come il solo Casale Renzi era fuori da Villa Savoia, mentre tutta l’area oggi dei Carabinieri era di proprietà della famiglia reale. 

La Pianta della Real Casa

Quindi, cominciando a tirare le somme, l’area oggi dei Carabinieri si compose nel tempo in due momenti distinti: il primo, quando il Conte Renzi donò il casale all’Arma; il secondo quando i Savoia cedettero, probabilmente vendendola, tutta la rimanente area.

Il rapporto tra l’area occupata dal Casale Renzi e quella ceduta dai Savoia si può apprezzare molto bene grazie ad alcuni documenti che ho trovato nel Fondo della Real Casa, custodito presso l’Archivio Centrale di Stato, uno dei quali, in particolare, è una sorta di planimetria dell’area, forse preparata proprio in occasione della cessione, che vedete qui sotto. 

Documento contenuto nel Fondo della Real Casa

Per poter meglio apprezzare la conformazione dell’area rispetto a come Villa Ada si presenta oggi, ho poi sovrapposto al disegno un’immagine di Google Earth, con il risultato che vedete nell’immagine che segue.

Sovrapposizione tra il documento e l’immagine di Google Earth

Come si può vedere dalle due immagine precedenti, la parte prevalente dell’area conteneva un edificio menzionato come Casale Villeggi, che ha suscitato la mia curiosità, visto che su di esso non si trova praticamente nulla, soprattutto in relazione al nome con il quale viene menzionato e ricerche in tal senso, fatte in tutti i modi possibili, non hanno prodotto praticamente nulla.

Il Casale Villeggi, che affaccia su Piazza Bligny e che anch’esso è oggi di proprietà dei Carabinieri, si presenta come vedete qui sotto, dove ho messo insieme una foto presa da Google Street View e Google Earth – vista l’attuale proprietà, non me la sono sentita di fare io stesso delle foto – che mostrano, rispettivamente, la facciata che affaccia sulla piazza e quella interna alla villa.

Il casale, in una foto di Google Street View e un’immagine di Google Earth

Per quanto riguarda il nome, la prima ricerca che ho fatto, visto che il casale era già presente nel Catasto Gregoriano, è stata l’analisi del brogliardo, nella speranza che già a inizio Ottocento qualcuno legato al nome Villeggi ne fosse il proprietario, cosa che purtroppo non era, come testimonia l’estratto qui sotto, dove si vede chiaramente che per l’edificio in questione, classificato come “Casa con corte ad uso di villeggiatura”, la proprietà, pur se di difficile lettura vista la calligrafia del tempo, non era riconducibile a Villeggi.

Estratto dal brogliardo del Catasto Gregoriano

Dopo questa delusione ammetto che stavo per mollare, ma poi, curiosando nella mia corposa raccolta di documenti, quasi tutti parte del già menzionato Fondo della Real Casa, ne ho trovato uno, relativo a quello che sembrerebbe un contenzioso tra i Savoia e Pietro Sabatini, che come già detto era, a fine Ottocento, il proprietario dell’area, documento nel quale viene menzionato, come si può vedere qui sotto, tale Sante Valleggi.

Il documento che menziona tale Sante Valleggi

Ora, benché nel due nomi ci sia la differenza di una vocale, questa assonanza potrebbe suggerire che la differenza sia dovuta a un piccolo refuso, che abbia causato, negli anni successivi, a usare il termine “Villeggi” al posto di “Valleggi”.

Interessante anche che tale nome abbia resistito nel tempo, tant’è che anche ai giorni nostri l’edificio viene menzionato con tale nome, come ad esempio testimoniato da una brochure pubblicitaria della ditta Edilerica, dove tra i lavori fatta si menziona il “Casino Villeggi”.

Estratto dalla brochure della ditta Edilerica

Complessa anche la questione dell’effettivo passaggio di proprietà, considerando che, da un lato, la presenza dei disegni nel fondo fa pensare a una volontà di cessione intorno alla prima metà del Novecento – per esperienza, raramente venivano preparati documenti o fatti disegni, soprattutto di edifici che in fondo erano secondari, se non ci fosse stato un progetto ben preciso – dall’altro una visura catastale storica attuale, che vede sintetizzata qui sotto, mostra una situazione quantomeno curiosa, con un passaggio dagli eredi Savoia a soggetti privati, quindi il passaggio al “FONDO ASSISTENZA PREVIDENZA E PREMI PER IL PERSONALE DELL ARMA DEI CARABINIERI”, poi un nuovo passaggio sempre legato a rami discendenti dei Savoia e, infine, di nuovo un passaggio ai Carabinieri.

Visura storica, con alcuni dati nascosti per ragioni di privacy

Questa sorta di anomalia temporale e catastale – va comunque detto che gli aggiornamenti catastali non sempre sono contestuali e fedeli della reale proprietà di un immobile – potrebbe essere giustificata dagli eventi bellici e da quelli che seguirono l’armistizio dell’8 settembre del 1943, che di fatto sospesero tutti i progetti dei Savoia, incluso quindi quello della cessione dell’area in questione, progetti che poi vennero ripresi in epoche successive.

Per concludere, qualche risposta c’è ma rimangono anche alcune domande alle quali non sono riuscito a rispondere, cosa alla quale sono abituato, visto che la villa ama nascondere piuttosto che rivelare.

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