giovedì 17 luglio 2025

Le Catacombe dei Giordani e di Sant’Ilaria

Oltre alle più note catacombe di Priscilla, tutt’oggi visitabili e collocate più a nord, il sottosuolo di Villa Ada è percorso in parte da due ulteriori catacombe o aree funeraria, una più grande e l’altra più piccola, situate entrambe più a sud, verso Via Panama, entrambe chiuse da tempo e al momento non visitabili.

La più grande, e sicuramente più conosciuta, è la catacomba dei Giordani, databile tra il III e il V secolo e scoperta nel 1578, sul cui nome ci sono diverse interpretazioni, da nome della famiglia proprietaria al tempo del terreno, fino a una qualche relazione con il fiume Giordano.

L’estensione della catacomba dei Giordani è decisamente ampia, paragonabile a quella delle catacombe di Priscilla, con uno sviluppo su ben cinque livelli e con una lunga penetrazione all’interno di Villa Ada, fin quasi sotto alla Palazzina Reale, oggi sede dell’Ambasciata d’Egitto.

Planimetria delle catacombe dei Giordani

Gli ultimi scavi condotti nella catacomba risalgono agli anni 60, scavi che consentirono la corretta identificazione e la scoperta della tomba del martire Alessandro e, nell’immagine qui sopra, vedete una sua planimetria, presa dal libro “Il territorio tra la via Salaria, l'Aniene, il Tevere e la via Salaria vetus”, di Cristina Cupitò – 2007.

La più piccola è invece la catacomba di Sant’Ilaria, databile tra il III e il V secolo e scoperta da Antonio Bosio verso la fine del XVI secolo e successivamente unita a quella dei Giordani da un cunicolo, probabilmente aperto dai cosiddetti corpisantari – volgarmente detti tombaroli – intorno al XVIII secolo, cosa che al tempo ne consentiva la visita a partire dello stesso punto di accesso alla catacomba dei Giordani.

Planimetria delle due catacombe, con il loro punto di unione

Nell’immagine qui sopra, una planimetria congiunta delle due catacombe presa da “Il territorio tra la Via Salaria e la Via Nomentana”, di Ugo Fusco - 2009, nella quale ho evidenziato il punto di congiunzione tra di esse che, come dicevo più sopra, fu aperto dai tombaroli nel diciottesimo secolo.

Ho poi fatto la mia usuale sovrapposizione della planimetria delle due catacombe, orientandola in maniera diversa in modo da avere un’immagine complessiva più ampia, con un’immagine presa da Google Earth, che consente di apprezzare, con buona precisione, la loro estensione all’interno della villa, che, come dicevo, è decisamente ampia e articolata.

Sovrapposizione della planimetria con un’immagine di Google Earth

Purtroppo, principalmente a causa delle non perfette condizioni e stabilità dei cunicoli, l’ingresso alla catacomba di Sant’Ilaria, e conseguentemente anche a quella dei Giordani, che si trova su Via Salaria 332, tra Via di Villa Ada e Via Taro, è chiuso da tempo.

L’ingresso del cimitero di Sant’Ilaria

Concludo, suggerendo, per chi avesse voglia di approfondire, lo studio di Enrico Josi “Note di topografia cimiteriale romana 1: Il Coemeterium Jordanorum sulla via Salaria nova”, disponibile, ad esempio, presso la biblioteca dell’Istituto Italiano per la Storia Antica, che si trova a Roma, in Via Milano. È un lavoro del 1922, quindi parliamo di più di cento anni fa, ma molto dettagliato e con diverse ipotesi, che confermano peraltro come l’origine delle catacombe dei Giordani sia tutt’altro che certa.

La copertina del lavoro di Enrico Josi

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