Questo è il primo di una serie di post nei quali, grazie ad alcune foto aeree che ho preso, sia dall’Aerofototeca Nazionale che dall’Istituto Geografico Militare – in realtà questa che vedete qui è l’unica foto trovata in rete e non presa dalle fonti citate – analizzo come si presentava la villa nel periodo che va dal 1919 al 1994, con specifico riferimento agli anni 1919, 1942, 1945, 1954, 1960, 1979, 1984 e 1994.
Villa Ada in una foto aerea del 1919
Il 1919, anno che dista quindici anni da quando Vittorio Emanuele III, nel 1904, riacquistò la villa dalla Banca Romana, è un anno particolare, visto che fu quello in cui i Savoia elessero la villa a loro residenza ufficiale, che fino ad allora era stata il Quirinale.
La foto che vedete, ricavata da uno ingrandimento sull’area della villa a partire da quello che era uno scatto dell’intera città di Roma, in scala 1:1000, eseguito l’11 febbraio 1919 dal Tenente Umberto Nistri, ha una risoluzione non proprio eccellente e sicuramente minore di quella delle foto degli anni successivi, tale da non consentire, in particolare, di valutare lo stato della vegetazione rispetto agli anni successivi e a come si presenta oggi, valutazione che nelle analisi degli anni successivi è invece possibile, fornendo elementi interessanti di confronto, per cui mi sono limitato essenzialmente ad esaminare gli edifici presenti all’epoca e i cambiamenti che li hanno interessati negli anni successivi, soprattutto per quanto riguarda lo stato odierno della villa.
Gli elementi che sono più interessanti, evidenziati nella prima immagine allegata sono:
(1) In blu, l’alveo, ancora visibile nella foto, di uno dei due laghi voluti da Vittorio Emanuele II, dopo che nel 1872 aveva acquistato quella che al tempo era Villa Potenziani, come ho raccontato in dettaglio nel post sulla storia della villa, mentre l’altro lago, più grande e oggi noto come lago ottocentesco, non è invece rilevabile nella foto. Entrambi i laghi si prosciugarono piuttosto rapidamente a causa della scarsità d’acqua, tanto che nella pianta della Real Casa redatta a inizio del 900, questi sono già indicati come non più presenti. Intorno al 1973, nell’alveo visibile in foto, saranno poi realizzati i due laghetti moderni che tutti conosciamo.
(2) In giallo, i principali edifici ancora oggi integralmente presenti, ma che in molti casi hanno cambiato destinazione d’uso, alcuni dei quali diventati privati – qui un approfondimento sulle vicissitudini relative all’eredità del Re e all’entrata in vigore della Costituzione – o, in altri casi, abbandonati e in attesa di restauro.
(3) In arancione, quegli edifici dei quali oggi rimangono solo alcune tracce, più o meno significative.
(4) In rosso, gli edifici o manufatti spariti, tra i quali spiccano gli edifici militari di servizio intorno a Forte Antenne, evidenziato in azzurro, e le tracce del tiro a segno militare, anch’esso voluto da Vittorio Emanuele II, area nella quale saranno realizzati, in occasione dei Giochi Olimpici di Roma del 1960, gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa.
(5) In verde – una piccola curiosità, quasi personale – il percorso che probabilmente faceva Maria di Savoia per raggiungere la sua casetta dei giochi, che ho evidenziato perché oggi, a causa della fitta vegetazione, tale casetta sembra essere molto distante dalla Palazzina Reale, quando in realtà la distanza non è così significativa.
(6) In marrone, il cosiddetto muro storico che, al tempo, separava la villa dall’area che, in tempi moderni, diventerà Parco Rabin. Questa traccia è molto interessante, perché conferma che al tempo quel muro era il confine della villa, confine che intorno al 1940, in conseguenza di alcune ulteriori acquisizioni fatte dai Savoia, sarà poi spostato più avanti, con la realizzazione del cosiddetto muro moderno, che ancora oggi separa la villa da Parco Rabin, così come ho raccontato nel post relativo a tale area verde.
Benché al d fuori del perimetro della villa, è poi interessante notare, sul lato destro della foto, la quasi totale assenza di quello che sarebbe poi diventato il quartiere Verbano, successivamente inglobato nel quartiere Trieste, del quale nella foto si notano solo alcuni edifici in corrispondenza di quelle che oggi sono Via Adige e Via Clitunno.
La realizzazione del nuovo quartiere, peraltro, comportò la lottizzazione di Villa Lancellotti, oggi ancora presente, ma che al tempo aveva i giardini che si estendevano fino all’attuale Piazza Verbano.
Analoga assenza, rilevabile sul lato sinistro della foto, della parte del quartiere Parioli che oggi si sviluppa nell’area compresa tra Viale Romania e Piazza delle Muse.
In conclusione, una foto storica che consente di apprezzare le trasformazioni che Villa Ada ha subito – nel bene e nel male – nel tempo, sapendo comunque resistere quasi stoicamente e arrivare a noi in tutta la sua selvaggia bellezza.

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