giovedì 17 luglio 2025

Il cippo all’interno dei confini dell’Ambasciata d’Egitto

Questo post nasce grazie alla preziosa segnalazione dell’amico Lorenzo Grassi, compagno di esplorazioni nella villa e, soprattutto, persona che ben conosce il mio attaccamento quasi morboso a qualsiasi tipo di cippo, che me ne ha segnalato uno, che non conoscevamo entrambi, posto all’interno dei confini della Palazzina Reale, oggi Ambasciata d’Egitto, a pochi centimetri dal loro delimitare.

Il cippo adiacente ai confini dell’ambasciata d’Egitto

Come potete vedere qui sopra, il cippo è piuttosto piccolo, almeno in confronto con altri presenti nella villa, e molto probabilmente è diventato visibile grazie al taglio dell’erba, che ne ha fatto emergere la parte superiore, dato che il cippo risulta in gran parte interrato ed è visibile, appunto, solo la parte superiore, che peraltro presenta un’ampia scheggiatura, forse dovuta proprio alle operazioni del taglio dell’erba.

Scoperto il cippo, come sempre accade, è partita la ricerca che, questa volta, devo dire è stata piuttosto rapida, forse perché oramai ho una certa confidenza con le fonti storiche o perché, quando si tratta di cippi, il mio impegno è massimo.

Comunque, considerando che nella maggior parte dei casi i cippi segnalavano, al tempo, i confini tra proprietà o, seppur in misura minore, le cosiddette “zone di rispetto”, come ad esempio quella intorno a Forte Antenne, sono partito dal Catasto Gregoriano del 1816, oramai mia fonte primaria di indagine, ed ho scoperto che, con esattezza quasi sorprendente, il cippo si trova proprio sul confine tra due particelle catastali dell’epoca: la 377, di proprietà di Gaetano Stocchi, e la 381, di proprietà di Giuseppe Mattia Barigioni, famiglia ben nota, dato che nella loro proprietà era presente un antico casale seicentesco, che poi diventerà parte delle Scuderie Reali grazie ai lavori fatti da Vittorio Emanuele II.

Sovrapposizione tra la pianta del Catasto Gregoriano e l’immagine di Google Earth

Come si può vedere dall’immagine qui sopra, ottenuta sovrapponendo la pianta del Catasto Gregoriano con un’immagine presa da Google Earth, il cippo è posizionato all’estremità del confine delle proprietà, dove questo tocca il Vicolo della Noce, che oggi in parte coincide con il viale che, dall’ingresso carrabile, porta fino al circolo ippico. Nell’immagine, inoltre e per agevolare l’individuazione degli elementi principali, ho indicato: (1) le due particelle; (2) la linea di confine; (3) la posizione del cippo, inclusa la sua foto.

Per quanto riguarda invece il brogliardo associato al catasto, nelle due immagini che seguono vedete un estratto dove sono riportati i dati delle due particelle, tra i quali i rispettivi proprietari.

Brogliardo con l’indicazione della proprietà Barigioni

Brogliardo con l’indicazione della proprietà Stocchi

Un cippo sicuramente settecentesco, quindi, considerando che il Catasto Gregoriano, promosso da Pio VII nel 1816 e che prese il suo nome perché attivato da Gregorio XVI nel 1835, richiese del tempo per censire le proprietà esistenti e, anzi, considerando che i Barigioni possedevano quei terreni già dal 600, è assai probabile che il cippo sia ben più antico.

Purtroppo, per il fatto che, seppur per qualche decina di centimetri, il cippo si trova all’interno dei confini dell’ambasciata, non è possibile procedere con un piccolo scavo, volto esclusivamente a portare alla luce l’intero cippo e verificare se questo presenti scritte o simboli, elementi tipici di molti dei cippi di confine, come ad esempio, rimanendo all’interno di Villa Ada, quello Altieri e il primo e il secondo cippo della Confraternita del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum.

Altrettanto interessante sarebbe poter verificare se un analogo cippo sia presente all’estremo opposto della linea di confine, ma purtroppo, anche in questo caso, si dovrebbe accedere all’area dell’ambasciata, cosa praticamente impossibile, considerando che ad alcune richieste fatte in passato non è mai stata data risposta.

Concludo, dicendovi che il cippo in questione è presente sulla mia mappa della villa, identificato come “Cippo Barigioni-Stocchi”.

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