giovedì 17 luglio 2025

Villa Ada nel 1954

Quarto post della serie “Villa Ada nel tempo”, nella quale, grazie ad alcune foto aeree che ho preso, sia dall’Aerofototeca Nazionale che dall’Istituto Geografico Militare, analizzo come si presentava la villa nel periodo che va dal 1919 al 1994, con specifico riferimento agli anni 1919, 1942, 1945, 1954, 1960, 1979, 1984 e 1994.

Villa Ada in una foto aerea del 1954

La foto, scattata a una quota di 6.000 metri, con una focale da 153 mm e in scala 1:34000 – la foto integrale copre un’area più grande, dalla quale io ho estratto la sola parte relativa a Villa Ada – dà quindi la possibilità di fare un ulteriore confronto con la situazione odierna, sia per quanto riguarda l’aspetto vegetazionale, che per quello relativo agli elementi della villa.

La prima cosa che si può apprezzare sono i cambiamenti della morfologia, soprattutto per quanto riguarda la vegetazione, al tempo decisamente meno infestante, come si può vedere dall’immagine allegata, che mostra una situazione quasi identica a quella del 1945, con l’area compresa tra il Colle delle Cavalle Madri e quello del Roccolo, ancora quasi completamente libera da arbusti e alberi, la parte più a sud del Colle del Roccolo, anch’essa quasi completamente sgombra e, infine, Monte Antenne, dove però la zona che nelle foto del 1942 e 1945 era totalmente brulla, qui presenta i chiari segni della ricrescita degli alberi.

Nell’immagine in questione, considerazioni sulla vegetazione a parte, ho poi evidenziato quegli elementi che a me sono sembrati di interesse e, nello specifico:

(1) In blu, le aree dove saranno realizzati i laghetti attuali, quello grande vicino a Via di Ponte Salario e i due piccoli nella parte superiore della villa.

(2) In giallo, i principali edifici ancora oggi presenti, integralmente o dei quali rimangono solo alcuni resti, più o meno significativi.

(3) In arancione, quegli edifici oggi ancora presenti, ma non accessibili in quanto diventati proprietà private a valle delle vicissitudini relative all’eredità del Re e all’entrata in vigore della Costituzione.

(4) In rosso, gli edifici e i manufatti conosciuti ma oramai spariti o quelli di difficile classificazione e che comunque non sono oggi più presenti.

(5) In porpora, gli edifici che sono stati trasformati, nel senso che i nuovi occupano di fatto la stessa zona, ma hanno funzioni e destinazioni differenti.

(6) In verde chiaro la zona della villa per la quale, tra il 1939 e il 1940, fu decisa la cessione dai Savoia al Comune per un progetto di edilizia residenziale, che vedrà realizzata Via Giacinta Pezzana, parte della quale sarà poi intitolata ad Anna Magnani. Quest’area è spesso indicata come area Tanlongo, dal nome del suo proprietario Pietro Tanlongo, figlio del più noto Bernardo, Governatore della Banca Romana, area della quale oggi rimangono solo i resti di una finestra del casale presente al tempo. Tale area, rispetto a quanto rilevabile nella foto del 1954, mostra i primi palazzi costruiti a ridosso di quelli già esistenti, mentre è sparito il casale, che nelle foto del 1942 e del 1945 era chiaramente visibile.

(7) In verde, quelle aree, in buona parte sparite a causa della vegetazione, che in passato hanno rivestito un ruolo particolare, come: (A) la vigna, probabilmente voluta da Vittorio Emanuele II, con il relativo edificio di servizio; (B) la zona deputata alla caccia con la tecnica del Roccolo, pratica di uccellagione poi vietata in tutta Europa, dove sorge ancora la ben nota La Torretta del Roccolo; (C) l’area delle serre Savoia, volute da Vittorio Emanuele II e poi usate dalla Regina Elena per la coltivazione di frutta e verdura, in parte donate ai bisognosi; (D) l’area dove, nel 1902, contestualmente alla Festa degli Alberi, fu inaugurato il Bosco della Regina Elena e posto il cippo che è stato recentemente ritrovato; (E) l’area che poi sarebbe diventata Parco Rabin e, fortunatamente, inclusa nel vincolo di intrasformabilità di Villa Ada.

(8) In azzurro, Forte Antenne, del quale, grazie alla totale assenza di vegetazione, se ne può apprezzare la struttura, mentre il viale che lo circonda, perfettamente visibile nelle foto precedenti, qui risulta in gran parte oscurato dagli alberi oramai cresciuti.

(9) In marrone, l’area al tempo non edificata e sulla quale, negli anni successivi, saranno poi realizzati il Tennis Club Parioli e la Caserma dei Carabinieri, della quale, come già rilevabile nella foto de l1945, già si vedono i primi edifici.

In conclusione, un’altra foto storica che consente di apprezzare le trasformazioni che, volente o nolente, Villa Ada ha subito nel tempo, sapendo comunque resistere e arrivare a noi in tutta la sua bellezza, a volte selvaggia, resistendo anche alla carenza di quella cura che meriterebbe, ma che ahimè raramente gli viene data.

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