giovedì 17 luglio 2025

Villa Ada nel 1994

Con il 1994, e ancora una volta  grazie a una foto dell’Istituto Geografico Militare, si conclude l’analisi di come Villa Ada si presentava nel passato, a partire dal 1919, per poi passare al 1942, 1945, 1954, 1960, 1979 e al 1984, concludendo il lavoro con riferimento a un periodo di poco antecedente a quello che vide l’acquisizione della parte restante della villa, quella non inclusa nell’accordo del 1958, cosa che avvenne nel 1996, anche se poi tale parte sarà aperta al pubblico solo nel 1999, a causa del tempo necessario a completare i lavori di messa in sicurezza.

Villa Ada in una foto aerea del 1994

La foto, scattata a una quota di 5.150 metri, con una focale da 153 mm e in scala 1:30000 – la foto integrale copre un’area più grande, dalla quale io ho estratto la sola parte relativa a Villa Ada – dà quindi la possibilità di proseguire nel confronto con la situazione odierna, sia per quanto riguarda l’aspetto vegetazionale, che per quello relativo agli edifici.

Va comunque detto che, rispetto alle foto degli anni passati, questa è stata scattata a una quota superiore e, di conseguenza, ha una scala maggiore, cosa che si ripercuote sulla qualità complessiva, che infatti mostra una foto piuttosto morbida, nella quale non è facile rilevare i dettagli così come era possibile nelle foto antecedenti.

Come per gli anni passati, anche in questo caso si possono apprezzare i cambiamenti della morfologia, soprattutto per quanto riguarda la vegetazione, che nel 1994 e rispetto agli anni precedenti, sembra essere nel suo maggior fulgore, tanto che non sono rilevabili alcuni degli edifici che in passato si potevano chiaramente vedere, come ad esempio la Torretta del Roccolo. Sembra invece essere in leggera controtendenza Monte Antenne, sul quale si vedono alcune piccole aree libere, segno forse che la salute di alcuni dei pini presenti cominciava a peggiorare, con conseguenti crolli o abbattimenti.

Proseguendo come fatto per gli anni precedenti, ho poi evidenziato quegli elementi che a me sono sembrati di interesse e, nello specifico:

(1) In blu, le aree dove sono i laghetti, tutti realizzati agli inizi degli anni Settanta e quindi, nella foto, perfettamente visibili, al contrario di quanto mostrato nelle foto relative agli anni precedenti.

(2) In giallo, i principali edifici ancora oggi presenti, integralmente o dei quali rimangono solo alcuni resti, più o meno significativi.

(3) In arancione, quegli edifici oggi ancora presenti, ma non accessibili in quanto diventati proprietà private a valle delle vicissitudini relative all’eredità del Re e all’entrata in vigore della Costituzione.

(4) In verde, quelle aree, in buona parte sparite a causa della vegetazione, che in passato hanno rivestito un ruolo particolare, come: (A) la vigna voluta da Vittorio Emanuele II, con il relativo edificio di servizio (https://www.facebook.com/villa.ada.savoia/posts/668951748705509), della quale oramai si intuisce solamente la forma; (B) la zona deputata alla caccia con la tecnica del Roccolo, pratica di uccellagione poi vietata in tutta Europa, dove sorge ancora la ben nota Torretta del Roccolo, che però, come già detto, non è visibile nella foto e, a dirla tutta, si fa anche fatica a distinguere l’area stessa, che nella foto precedenti era invece rilevabile; (C) l’area delle serre Savoia, volute da Vittorio Emanuele II e poi usate dalla Regina Elena per la coltivazione di frutta e verdura, in parte donate ai bisognosi; (D) l’area dove, nel 1902, contestualmente alla Festa degli Alberi, fu inaugurato il Bosco della Regina Elena e posto il cippo che è stato recentemente ritrovato; (E) l’area che poi sarebbe diventata Parco Rabin e, fortunatamente, inclusa nel vincolo di intrasformabilità di Villa Ada.

(6) In azzurro, Forte Antenne, del quale se ne apprezzare la struttura, mentre il viale che lo circonda, perfettamente visibile solo nelle foto del periodo bellico e solo in parte in quella del 1954, non è più visibile a causa dello sviluppo del bosco, cosa peraltro già rilevata nelle foto precedenti.

(7) In marrone, l’area occupata dalla caserma dei Carabinieri e dal Tennis Club Parioli, che nella foto, analogamente a quanto si poteva già vedere nelle foto del 1979 e 1984, appaiono entrambi completati.

(8) Benché al d fuori del perimetro della villa, è poi interessante poter rilevare la presenza della Moschea, che fu aperta proprio nel 1994 e i cui lavori di costruzione erano già visibili nella foto del 1984. Risulta completato anche l’omonimo viale, che la collega con la Via Olimpica, del quale nella foto del 1984 non ne compariva nemmeno la traccia.

Con questo post, come ho detto all’inizio, si conclude la lunga analisi di come Villa Ada si è trasformata nel tempo, analisi che ha coperto poco meno di ottant’anni, dal 1919 al 1994. Naturalmente, dal 1994, la villa ha continuato a cambiare – direi più in peggio che in meglio – arrivando comunque sino a noi in tutta la sua bellezza.

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