Di fronte ai tre edifici che compongono le Scuderie Reali – il Casale dei Trenatori, il cosiddetto Edificio Intermedio e le Scuderie d’Agenzia – c’è quel che rimane delle Serre Savoia, oggi non accessibili, che furono realizzate dai reali durante gli importanti lavori avviati da Vittorio Emanuele II, dopo che nel 1872 aveva acquistato le proprietà dai Principi Potenziani, lavori che interessarono, tra le altre cose, anche l’arricchimento della flora del parco.
Un collage di foto che mostrano come oggi si presentano le serre
Le serre furono progettate, come peraltro molti altri
edifici della villa, dall’architetto e paesaggista tedesco Emilio Richter, che
per anni fu direttore delle ville e parchi reali e al quale il re affidò i
lavori all’interno di Villa Savoia – questo era al tempo il nome della villa –
ma anche quelli di Villa Mirafiori sulla
Via Nomentana, residenza di Rosa
Vercellana, moglie
morganatica di Vittorio Emanuele II.
È probabile – ma questa è una mia ipotesi – che ulteriori
interventi sulle serre furono fatti anche da Vittorio Emanuele III,
dopo che nel 1904 acquistò la villa dalla Banca Romana. Tale ipotesi è dovuta alla
documentazione trovata nel Fondo della Real Casa, custodito presso l’Archivio Centrale di Stato
e, in particolare, quella che temporalmente fa riferimento al 1900 e che lascia
intendere l’esecuzione di ulteriori lavori, come ad esempio quelli relativi
alle strutture in ferro, delle quali ho trovato due disegni relativi al loro
progetto e che vedete qui sotto.
Il progetto delle strutture in ferro a copertura delle serre
L’interno - una
visita virtuale la potete trovare in questo video – è costituito da tre corpi
di serra, con le strutture in ferro che vedete qui sopra e una copertura con
vetrate apribili, mentre il riscaldamento, necessario nei mesi freddi, era
garantito da un sistema di diffusione ad acqua calda, all’epoca considerato
all’avanguardia e mostrato in alcune delle foto del collage che vedete nella
foto iniziale.
Interessante notare che, nell’aggiornamento del 1903 del Catasto Rustico, successivo al Catasto Gregoriano del 1816 e che rimase in uso fino al 1952,
quando fu poi sostituito dal catasto moderno che tutti oggi conosciamo, sono
presenti gli edifici che costituivano le serre, che nell’immagine qui sotto
vedete evidenziati in rosso.
Catasto Rustico – Le serre
Tali edifici non sono invece presenti nelle versioni
precedenti del Catasto Rustico – 1878 e successive – cosa
comprensibile considerando che i lavori che portarono alla loro realizzazione
furono avviati intorno al 1872 e probabilmente terminarono dopo che il
censimento delle particelle catastali fu concluso.
Le serre, oltre al compito di ospitare la coltivazione
delle piante successivamente messe a dimora nella villa, accoglievano anche una
discreta quantità di alberi da frutta e piante da verdura, poi distribuite prevalentemente
e gratuitamente ai bisognosi, un’iniziativa quasi certamente voluta da Elena del Montenegro,
moglie di Vittorio Emanuele III, il cui stile di vita era più
improntato alla vita agricola e all’attenzione per il prossimo, piuttosto che a
quella reale.
Per un certo tempo, inoltre, le serre ospitarono una colonia felina, poi trasferita nell’edificio
abusivo che si trova adiacente al Casale delle Cavalle Madri – che ho documentato in
questo video che testimonia il suo attuale
abbandono
– quando la giunta Veltroni presentò il progetto per la realizzazione del Museo
del Giocattolo, che doveva essere ospitato negli adiacenti edifici delle
Scuderei Reali, progetto mai realizzato. Per la cronaca, la colonia fu poi
chiusa a causa delle pessime condizioni igieniche che furono riscontrate
durante un’ispezione della ASL, come raccontato da questo articolo de “Il Messaggero”.
In tempi più recenti le serre sono state anche luogo di
insediamenti, inclusa la realizzazione di edifici apparentemente abusivi,
probabilmente non presenti nell’impianto originale, come testimonia questo video del 2016 trovato su YouTube.
Nel mese di novembre del 2023, tuttavia, è deceduta la
persona che occupava stabilmente le serre, alla quale va comunque riconosciuto
il merito di averle tenute in buona condizione, senza evidenti tracce di
rifiuti, come ahimè invece accade per altre occupazioni abusive, tanto che la
sua presenza era di fatto tollerata dal Comune di Roma e dal Servizio Giardini.
Come buona notizia, il 25 gennaio 2024 è stata approvata da Roma Capitale una delibera che, tra le altre cose, prevede un progetto per il recupero delle serre, che – cito testualmente – “…prevede interventi di consolidamento strutturale, di restauro e di ricostruzione puntando quanto più possibile a recuperare le strutture originarie anche attraverso la demolizione dei manufatti aggiunti e delle trasformazioni effettuate nel corso dell’occupazione a uso abitativo. L’obiettivo è di destinare le Serre ad un uso di interesse pubblico coerente con la sua funzione originaria come, ad esempio, un orto botanico o luogo di esposizione di produzioni florovivaistiche.”
A novembre del 2025 è stata concretamente avviata un’attività di pulizia interna, volta a rimuovere i rifiuti che si erano accumulati negli anni, a demolire, per esigenze di sicurezza, quelle parti degli edifici oramai pericolanti e, infine, a rimuovere la vegetazione infestante, così che l’area possa essere nuovamente resa accessibile.
Da quanto è stato comunicato dal comune, la recinzione esterna dovrebbe essere eliminata, in modo da creare uno spazio aperto, mantenendola solo intorno agli edifici, sia per motivi di sicurezza che per evitare che questi non siano nuovamente acceduti e occupati abusivamente.
Va anche detto che, con la determina dell’11 novembre 2024 della quale qui sotto vedete un estratto, fu approvato anche l’affido per il ripristino del sistema di riscaldamento delle serre, che alla luce delle ultime notizie non sembrerebbe tuttavia avere seguito, soprattutto per la pessima condizione delle infrastrutture metalliche, che ne rendono di fatto impossibile il recupero.
Estratto dalla determina sul rifacimento dell’impianto di riscaldamento
Non resta quindi che sperare che i lavori siano completati al più presto e le serre possano essere riaperte al pubblico




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