Il Colle del Roccolo fu eletta da Vittorio Emanuele II a riserva di caccia, tanto che vi fu realizzata la Torretta del Roccolo, punto di controllo della omonima tecnica venatoria di uccellagione – cattura di uccelli vivi – e che al momento della scrittura del post è in fase di restauro. Proprio questa sua destinazione d’uso ha fatto sì che, nel corso del tempo, il colle abbia mantenuto il suo aspetto selvaggio, da foresta urbana più che da parco pubblico.
L’altro aspetto
interessante del colle è che nasconde ancora alcuni resti di edifici,
probabilmente settecenteschi, che proprio per la loro collocazione defilata
rispetto ad altre aree della villa, non furono oggetto di demolizione, come
invece accadde per altri edifici più vicini alla Palazzina
Reale e come confermato da alcuni documenti del Fondo della Real Casa
custodito presso l’Archivio
Centrale di Stato.
Questi edifici
erano naturalmente censiti nel Catasto Gregoriano del 1816, periodo precedente a quello in cui
la villa sarà appunto abitata da Vittorio
Emanuele II, e li vedete nella pianta del catasto che vedete qui sotto,
nella quale in giallo sono evidenziati i resti dei quali vi parlavo, in rosso
un edificio del tutto sparito – o almeno io non ne ho trovato traccia – e, in
verde, due degli edifici più noti, che ho incluso per avere un riferimento
posizionale migliore.
Pianta del Catasto
Gregoriano, con gli edifici evidenziati
Tutti gli edifici
riportati, con l’ovvia eccezione di quello del tutto sparito, sono riportati
sulla mia mappa della villa, come potete
vedere nel suo estratto qui sotto che, più o meno, inquadra la stessa area
della pianta del Catasto Gregoriano.
Mappa
della villa, con la posizione degli edifici
Per quanto
riguarda l’edificio censito con la particella 40 nel Catasto Gregoriano,
ho aggiunto l’etichetta “Tanlongo”, dal nome del suo proprietario – Pietro
Tanlongo, figlio del più noto Bernardo,
Governatore della Banca Romana, dalla quale Vittorio Emanuele III
riacquisterà successivamente la villa – dato che l’area dove era collocato sarà
poi ceduta da Vittorio
Emanuele III per la realizzazione della zona che oggi è compresa tra Via
Ettore Petrolini, Via Giacinta Pezza e Via Anna Magnani.
Ho poi evidenziato
anche di quella che probabilmente era una vasca ornamentale, collegata
all’edificio 108, che si trova a circa una ventina di metri da essa.
Alcuni di questi
edifici compaiono anche sulla Pianta della Real Casa, che Vittorio
Emanuele III fece redigere in occasione dell’acquisto della villa dalla Banca Romana e che vedete
nell’immagine qui sotto, una pianta decisamente poco precisa dal punto di vista
posizionale, ma che probabilmente serviva più che altro come una sorta di
censimento degli edifici presenti.
Pianta della Real Casa, con la
posizione degli edifici
Come si può
vedere, al di là della mancanza dell’edificio 108, la posizione degli altri
appare decisamente approssimata rispetto a quanto riportato dal Catasto Gregoriano
e dalla reale posizione odierna.
A complicare leggermente
la questione degli edifici, c’è una pianta successiva, che vedete qui sotto e databile
intorno al 1920 – la datazione è giustificata dalla presenza di tutte le casette
dei giochi delle figlie di Vittorio
Emanuele III e dal fatto che Maria, la più piccola, nacque nel 1914 – nella
quale quello che sembrerebbe, per forma e posizione, l’edificio 108, viene
identificato come “Casale Giamaria”, mentre manca del tutto l’edificio 46, cosa
che crea quindi una piccola incoerenza con la Pianta della Real Casa mostrata
in precedenza, dove l’edificio 46 è presente mentre manca il 108, anche se,
come già detto, la precisione di questa pianta è decisamente approssimata, cosa
che potrebbe suggerire che l’edificio riportato sia in realtà i 108 e non il
46.
Pianta con le casette dei
giochi – 1920 circa
Per quanto
riguarda poi i singoli edifici, nei collage che seguono ne vedete, per ciascuno
di essi, alcune immagini.
Edificio 40 (Tanlongo)
Edificio 46
Edificio 108
La vasca ornamentale vicina
all’edificio 108
Inoltre, per chi
volesse farsi una visita virtuale, è disponibile un video per l’edificio 108 e uno per l’edificio 46.
In conclusione,
un’area della villa ricca di testimonianze storiche e anche di qualche mistero,
senza menzionare i due sistemi caveali che si trovano al di sotto del colle e
dei quali ne parlerò in un post successivo.








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