E con questa siamo alla settima puntata dell’analisi di come Villa Ada si presentava nel corso degli anni, essendo partito dal 1919 e ho proseguito poi verso il 1942, 1945, 1954, 1960 e 1979, arrivando ora al 1984, ancora una volta grazie a una foto dell’Istituto Geografico Militare.
Villa Ada in una foto aerea del 1984
La foto, scattata a una quota di 3.090 metri, con una focale da 153 mm e in scala 1:20000 – la foto integrale copre un’area più grande, dalla quale io ho estratto la sola parte relativa a Villa Ada – dà quindi la possibilità di proseguire nel confronto con la situazione odierna, sia per quanto riguarda l’aspetto vegetazionale, che per quello relativo agli edifici e a ciò che fu poi realizzato o demolito.
Come per gli anni passati, anche in questo caso si possono apprezzare i cambiamenti della morfologia, soprattutto per quanto riguarda la vegetazione, che nel 1984 aveva già praticamente invaso tutte quelle aree che, negli anni precedenti, erano decisamente sgombre, come l’area compresa tra il Colle delle Cavalle Madri e quello del Roccolo, che era quella che meglio aveva resistito all’avanzare della vegetazione, appare ora quasi del tutto ricoperta, così come peraltro Monte Antenne, dove la stabile crescita degli alberi fa sì che il forte appaia, così come nel 1979, completamente circondato dal bosco.
Proseguendo come fatto per gli anni precedenti, ho poi evidenziato quegli elementi che a me sono sembrati di interesse e, nello specifico:
(1) In blu, le aree dove sono i laghetti, tutti realizzati agli inizi degli anni Settanta e quindi, nella foto, perfettamente visibili, al contrario di quanto mostrato nelle foto relative agli anni precedenti.
(2) In giallo, i principali edifici ancora oggi presenti, integralmente o dei quali rimangono solo alcuni resti, più o meno significativi. Per quanto riguarda la Scuola Media Montessori, che, come già detto nel post relativo al 1979, io ho frequentato agli inizi degli anni Settanta, mi resta il dubbio se nel 1984 questa fosse o meno già stata chiusa e gli edifici passati a Lega Ambiente. Su Monte Antenne, l’edificio moderno che oggi ospita la Casa dei Bambini, appare piuttosto chiaramente, mentre nel 1979 sembrava non ancora esser stato realizzato.
(3) In arancione, quegli edifici oggi ancora presenti, ma non accessibili in quanto diventati proprietà private a valle delle vicissitudini relative all’eredità del Re e all’entrata in vigore della Costituzione.
(4) In rosso, così come rilevato anche nella foto del 1979, quello che sembra un piccolo manufatto vicino all’area dove oggi ci sono i piccoli stagni dove i cani sguazzano, manufatto che a oggi non sono riuscito a localizzare, né a confermare se sia effettivamente tale o se, al contrario, non sia piuttosto un rumore della foto.
(5) In verde, quelle aree, in buona parte sparite a causa della vegetazione, che in passato hanno rivestito un ruolo particolare, come: (A) la vigna, probabilmente voluta da Vittorio Emanuele II, con il relativo edificio di servizio; (B) la zona deputata alla caccia con la tecnica del Roccolo, pratica di uccellagione poi vietata in tutta Europa, dove sorge ancora la ben nota Torretta del Roccolo; (C) l’area delle serre Savoia, volute da Vittorio Emanuele II e poi usate dalla Regina Elena per la coltivazione di frutta e verdura, in parte donate ai bisognosi; (D) l’area dove, nel 1902, contestualmente alla Festa degli Alberi, fu inaugurato il Bosco della Regina Elena e posto il cippo che è stato recentemente ritrovato; (E) l’area che poi sarebbe diventata Parco Rabin e, fortunatamente, inclusa nel vincolo di intrasformabilità di Villa Ada.
(6) In azzurro, Forte Antenne, del quale se ne apprezzare la struttura, mentre il viale che lo circonda, perfettamente visibile nelle foto del 1942 e del 1945 e in gran parte oscurato dagli alberi in quelle del 1954 e 1960, qui non è più visibile a causa dello sviluppo del bosco, cosa peraltro già rilevata nella foto del 1979.
(8) Benché al d fuori del perimetro della villa, è poi interessante poter rilevare come avessero preso avvio i lavori per la costruzione della Moschea, evidenziata il colore porpora, anche se l’omonimo viale, che oggi collega Via di Ponte Salario alla Via Olimpica, ancora non era stato realizzato.
In conclusione, un’altra foto storica che consente di apprezzare le trasformazioni che Villa Ada ha subito, nel bene e nel male, nel tempo, sapendo comunque resistere e arrivare a noi in tutta la sua selvaggia bellezza, che ha saputo resistere alla carenza di cure delle quali meriterebbe e che ahimè, raramente gli vengono data.

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