venerdì 1 agosto 2025

I due cippi in prossimità di Villa Elena

Forte della mia fissazione per i cippi, questa volta mi sono concentrato su due di loro, uno dei quali ancora integralmente presente, anche se va detto che non ho la certezza assoluta che in origine fossero realmente dei cippi, dato che, per il primo, uno dei suoi lati appare mal rifinito, mentre per il secondo rimane solo la base, a filo del terreno, dalla quale si desume una dimensione simile a quella di altri cippi presenti nella villa, anche se da una primo e sommario scavo la parte inserite nel terreno non sembra compatibile con quella tipica dei cippi.

In ogni caso, ho tentato comunque di capirne qualcosa, procedendo analogamente a quanto fatto in passato per altri cippi, partendo per prima cosa dal Catasto Gregoriano del 1816, facendo l’oramai ben nota sovrapposizione della pianta catastale con l’immagine della stessa area presa da Google Earth e, come si può vedere dall’immagine qui sotto, i due cippi risultano collocati in punti non coincidenti con linee di confine di particelle catastali, cosa che rende poco probabile un loro ruolo, appunto, come delimitatori di confine.

Sovrapposizione tra il Catasto Gregoriano e l’immagine di Google Earth

Non è andata meglio con il Catasto Rustico, nella sua ultima edizione del 1903, dato che la zona interessata, come si può vedere qui sotto, appare inalterata rispetto a quanto mostrato dal Catasto Gregoriano, cosa peraltro ragionevole dato che – come ho raccontato con maggiori dettagli nel post sulla storia della villa – quella è la zona dove, tra il 1775 e i 1789, nacque l’embrione di Villa Ada, quando Luigi Pallavicini acquistò tre vigne e poi avviò un’importante serie di lavori, cosa che di fatto congelò i confini delle particelle, che quindi, almeno in quell’area, rimarranno praticamente inalterate nel tempo.

Sovrapposizione tra il Catasto Rustico e l’immagine di Google Earth

Rimane un’ipotesi legata al fatto che il Catasto Gregoriano, essendo successivo alle acquisizioni fatte da Luigi Pallavicini, non riporta la suddivisione dei terreni precedenti a tale evento e, quindi, i cippi potrebbero aver segnalato dei confini, ad esempio proprio quelli tra le vigne acquistate da Pallavicini – che successivamente hanno perso la loro ragion d’essere, essendo i terreni stati unificati sotto un unico proprietario.

Devo però dire che tale ipotesi, benché suggestiva, a me non sembra essere coerente con la fattura dei cippi, soprattutto per quello ancora integro, che sembra essere di epoca decisamente più recente.

In definitiva, quindi, tutto rimane molto vago, come ahimè spesso accade per la villa, che sembra volersi ostinare a suggerire molte domande, rendendo complesso darne risposta.

Concludo, dicendovi che i cippi sono riportati sulla mia mappa della villa, identificati, rispettivamente, come “Resti di un cippo vicini a Villa Elena” e “Cippo adiacente al muro su Via Salaria”.

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