Sul colle del Roccolo, non lontano dal ben noto buco sul muro di cinta su Via di San Filippo, c’è un antico pozzo murato, che vedete nella foto qui sotto, già presente nella pianta del Catasto Gregoriano del 1816, che spesso viene messo in correlazione con l’Acquedotto Vergine, cosa che a me ha sempre suscitato non pochi dubbi vista la sua distanza dal percorso dell’acquedotto.
Il pozzo murato
Questo disallineamento a volte viene giustificato con uno spostamento del pozzo, ipotesi a mio avviso poco ragionevole, visto che: (1) un pozzo si sposta solo se la falda dove si connette è prosciugata, cosa che non è il caso dell’acquedotto, ancora pienamente in funzione; (2) un pozzo in realtà non è che si sposta, quanto piuttosto se ne costruisce uno nuovo, cosa che lascerebbe traccia del vecchio, del quale nella villa non c’è traccia.
La mia ipotesi, quindi, è che tale pozzo fosse in realtà stato realizzato per un edificio che si trovava nelle sue immediate vicinanze e che oggi non è più presente, come si può vedere dalla pianta del Catasto Gregoriano riportata qui sotto, nella quale ho evidenziato: (1) il pozzo; (2) l’edificio in questione, oramai sparito; (3) la posizione di Villa Polissena, così da rendere più chiara la posizione del pozzo; (4) l’ultimo tratto dell’Acquedotto Vergine, evidenziato in azzurro, prima che questo esca dalla villa e dove, nel punto di uscita, su Via di San Filippo, c’è il cippo dell’Imperatore Claudio che ricorda il restauro dell’acquedotto da lui voluto intorno al 26 a.C.
La pianta del Catasto Gregoriano
La distanza del pozzo dal punto di uscita dell’acquedotto è di circa 110 metri, cosa che rende veramente difficile – se non impossibile – ipotizzarne, allo stesso tempo, il suo spostamento e il mantenimento di una sua connessione con l’acquedotto.
In conclusione, benché si tratti di una mia ipotesi, mi sento ragionevolmente certo che il pozzo sia stato costruito per altri motivi, come quello già citato dell’essere al servizio dell’edificio sparito, anche in considerazione del fatto che, al di sotto di Villa Ada, ci sono diverse falde acquifere, tanto che buona parte dell’acqua che alimenta l’Acquedotto Vergine viene proprio da queste falde.


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