Chi frequenta la villa, soprattutto nella zona della sughereta, si sarà accorto che, dopo molto tempo, è stato ripristinato il torrentello che parte dal bacino piccolo del lago che si trova nella parte alta della villa – il bacino dove ci sono le tartarughe, per capirci – e scorre parallelo al viale centrale della sughereta, fino ad arrivare al viale che circonda il lago grande, punto nel quale sparisce nel sottosuolo.
La cosa interessante è che, in passato, c’era un vero e proprio fiumiciattolo che percorreva praticamente lo stesso tragitto, anche se la sua sorgente era più spostata verso la Palazzina Reale, trovandosi poco prima del bacino superiore, più o meno dove ci sono le altalene e i tavoli in legno.
Una prima conferma in tal senso si ha dalla pianta del Catasto Gregoriano del 1816, che vedete qui sotto, nella quale si vede chiaramente il fiumiciattolo, che io ho ulteriormente evidenziato in azzurro, che percorre tutta la sughereta, per poi spingersi fino all’Aniene, all’epoca noto anche come Teverone.
La pianta del Catasto Gregoriano, con il fiumiciattolo evidenziato
Interessante anche notare che questo piccolo fiume aveva anche un immissario, poco prima dello sbocco nell’Aniene.
Va detto che la brevità e l’andamento molto regolare del corso d’acqua, sia di quello principale che dell’immissario, potrebbe anche far pensare a un’opera dell’uomo, considerando che quella era un’area agricola e di vigne e che, quindi aveva bisogno di molta acqua, cosa che potrebbe aver suggerito di sfruttare una falda esistente per creare un corso d’acqua che passasse lungo i terreni.
Comunque, facendo un piccolo salto in avanti, il fiumiciattolo lo si ritrova anche nella pianta topografica del suburbio di Roma del 1839, che vedete qui sotto e nella quale ho ancora una volta evidenziato il suo tracciato. In questa pianta, tuttavia, non compare l’immissario.
La pianta del suburbio di Roma, con il fiumiciattolo evidenziato
Arrivando al Catasto Rustico, nel suo ultimo aggiornamento del 1903, troviamo il piccolo fiume anche lì, con ovviamente lo stesso tracciato e con l’immissario, come potete vedere qui sotto.
La pianta del Catasto Rustico, con il fiumiciattolo evidenziato
La posizione della sorgente, peraltro, potrebbe spiegare perché uno dei due laghi voluti da Vittorio Emanuele II fu realizzato proprio dove oggi ci sono i due bacini, così che potesse essere alimentato da essa, anche se il rapido prosciugamento del lago potrebbe essere dipeso dall’esaurirsi o dall’insufficiente portata del fiumiciattolo.
Per consentire poi una più agevole collocazione di questo piccolo fiume sparito con l’attuale assetto della villa, qui sotto vedete la sovrapposizione tra la pianta del Catasto Rustico e l’immagine della villa presa da Google Earth, dove ho indicato: (1) le due sorgenti, quella del fiumiciattolo e del suo immissario, e la foce; (2) uno dei cippi dell’Acquedotto Vergine che si trova di fianco al fiumiciattolo, acquedotto che scorre trasversalmente ad esso e a una profondità all’incirca di una decina di metri; (3) il tombino moderno dell’ACEA, anch’esso adiacente al piccolo fiume, ma dal lato opposto rispetto al cippo, che viene usato dai tecnici per effettuare rilevazioni della falda sottostante.
La sovrapposizione consente anche di vedere come il fiumiciattolo traversava la zona dove oggi c’è il lago grande, per poi superare i campi da tennis del Tennis Club Parioli, la Via Olimpica, fino a sfociare nell’Aniene. L’immissario, invece, nasceva dove oggi c’è la caserma dei Carabinieri e si immetteva nel fiume all’altezza dei campi da tennis.
Resterebbe da capire se l’alimentazione dei due bacini del lago superiore sia stata realizzata intercettando la sorgente o il tratto iniziale del fiumiciattolo o se, invece, sia connesso con condotte moderne e situate altrove.




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