venerdì 1 agosto 2025

Quando a Villa Ada i Savoia giocavano a tennis (e altre piccole cose)

Continuano, non spesso quanto vorrei, le mie visite all’Archivio Centrale dello Stato (), in particolare alla Sala Araldica, dove ho l’opportunità di mettere il naso nel Fondo della Real Casa – Amministrazione Privata, un fondo purtroppo ancora in gran parte non catalogato, ma che comunque rappresenta una preziosa fonte documentale per tentare di riscostruire la storia della villa.

Qualche tempo fa, scartabellando all’interno della Cartella 177, che contiene un buon numero disegni relativi alla villa, mi sono imbattuto in un piccolo progetto – o almeno così sembra – dal quale si può evincere la presenza di un campo da tennis vicino alla Palazzina Reale, molto probabilmente voluto da Vittorio Emanuele III che, come immagino oramai sappiate, riacquistò la villa nel 1904, comprandola dalla Banca Romana.

Il disegno in questione, datato 3 aprile 1937, oltre appunto a evidenziare il campo da tennis, contiene altri piccoli elementi di interesse, che vedete evidenziati, con colori diversi, nell’immagine seguente.

Il disegno contenuto nel Fondo della Real Casa

Il disegno sembra in realtà relativo a un progetto di creazione di una zona molto probabilmente destinata a contenere alberi o piante, come si può ipotizzare osservando l’immagine qui sotto, che di fatto è una sorta di ingrandimento di quanto mostrato nella parte superiore del progetto e, più precisamente, di quella che si trova sotto a sinistra del campo da tennis.

L’ingrandimento dell’area alla sinistra del campo da tennis

Da quello che si può ipotizzare, visto appunto anche l’ingrandimento, l’idea era quella di realizzare una piccola zona, probabilmente destinata alla piantumazione di alberi di arance, ipotesi suffragata dall’aver colorato in rosso la zona in questione e quella, più piccola, sulla destra e accanto alla quale compare appunto il riferimento alle arance.

Sempre dall’ingrandimento qui sopra, inoltre, si può rilevare come fosse presente anche una piccola vasca per i pesci, che ho evidenziato in colore celeste.

Oggi, di tutti questi elementi, non rimane praticamente nulla, soprattutto a causa dei lavori fatti nel tempo intorno alla Palazzina Reale, dopo che questa fu acquistata dalla Repubblica d’Egitto per destinarla alla sua ambasciata, come ho raccontato in dettaglio in questo post.

Come si può vedere dall’immagine qui sotto, ottenuta sovrapponendo il progetto in questione con un’immagine presa da Google Earth, si evince che: (1) la zona che nel progetto doveva accogliere gli alberi di arance è oggi il parcheggio dell’ambasciata; (2) la zona sulla destra, etichettata come aranciera e interna alle Serre Savoia è di fatto irrintracciabile a causa del degrado delle serre, da anni lasciate a sé stesse, come testimoniato da questo mio video; (3) il campo da tennis, adiacente alle serre, è oggi del tutto irrintracciabile, anche perché la zona è stata completamente invasa da una fitta vegetazione spinosa.

Sovrapposizione del disegno e l’immagine di Google Earth

Tornando al campo da tennis, che devo ammettere ha suscitato la mia curiosità, ho provato ad approfondire, partendo dall’analisi di una foto aerea del 1942, scattata quindi un anno prima di quando Vittorio Emanuele III lascerà precipitosamente la villa dopo la firma dell’armistizio, dalla quale, come si può vedere qui sotto e con un po’ di fatica data la sua risoluzione, sembrano potersi distinguere tutti gli elementi evidenziati nel progetto.

Foto aerea del 1942

Ho poi voluto verificare se il campo fosse eventualmente quello che compare nel capolavoro del 1970 di Vittorio De Sica “Il giardino dei Finzi-Contini”, opera che vinse l’Oscar come miglior film straniero e che, come forse pochi sanno, contiene alcune scene girata all’interno di Villa Ada, tra le quali la più celebre è scuramente quella nella quale si vedono Lino Capolicchio e Dominique Sanda passeggiare nel verde e poi entrare nella casetta dei giochi della principessa Maria, al tempo ancora integra, almeno all’esterno.

L’ipotesi, tuttavia, è di non facile verificabilità, soprattutto perché mancano foto d’epoca del campo da tennis che possano essere confrontate con quelle presenti nel film, come quelle che vedete nel collage qui di seguito.

Due clip estratte dal film “Il giardino dei Finzi-Contini”

A un primo confronto, la vegetazione sullo sfondo e gli spazi parrebbero smentire tale ipotesi, ma va comunque detto che parliamo di un film girato più di cinquant’anni fa, quando forse la vegetazione era ben diversa da quella presente oggi.

Curioso infine il fatto che, ai margini del parcheggio dell’ambasciata e come potete vedere nell’immagine che segue, sono ancora presenti i resti del tipico rullo in cemento, uno di quelli usati per battere la tipica terra rossa dei campi da tennis, anche se oramai sono sempre meno quelli realizzati ancora in questo modo.

Il rullo in cemento

Sembrerebbero inoltre presenti i resti di quella che era la vasca dei pesci – immagine qui sotto – resti che però non si possono esaminare con attenzione, visto che sono interni alla proprietà dell’ambasciata, anche se la presenza di un tubo sul suo lato sinistro potrebbe essere una conferma in tal senso.

I possibili resti della vasca per i pesci

Concludo con una piccola nota sulle Scuderi Reali, volute da Vittorio Emanuele II quando acquistò la villa nel 1872, e che nel Novecento, come si può vedere dal disegno mostrato nella prima immagine, avevano cambiato destinazione d’uso, visto che le carrozze erano oramai state sostituite dalle autovetture, tanto che le Scuderie d’Agenzia, l’edificio più vicino alla Palazzina Reale, sono indicate come ex-scuderie, mentre l’edificio intermedio come autorimessa. Il Casale dei Trenatori mantiene nel disegno lo stesso nome, ma sicuramente non ospitava più gli addetti alla gestione dei “treni” della carrozze reali.

In conclusione, un altro piccolo tassello della storia della villa, che ci permette di capire come questa sia cambiata nel tempo.

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