Tanto bella sopra quanto interessante sotto, potremmo dire, perché Villa Ada, oltre a offrirci edifici storici, boschi, prati, sentieri, laghi e stagni, ci regala anche un sottosuolo molto interessante, fatto di cavità naturali, di sistemi caveali, di ipogei e di resti della parte sotterranea di edifici oramai scomparsi, dei quali qui sotto vedete un ampio collage di foto.
Le immagini di Villa Ada sotterranea
Tutti questi ambienti sono distribuiti nella villa, in diversi punti, e sono difficilmente accessibili a meno di conoscerne esattamente la posizione. In ogni caso, vista la natura del terreno, prevalentemente tufaceo e quindi cedevole, ne sconsiglio vivamente l’esplorazione, soprattutto se da soli.
Partiamo con i due ampi sistemi caveali del Colle del Roccolo, distinti in Cava Grande e Cava Piccola, che erano appunto delle vere e proprie cave, dalle quali essenzialmente si estraevano tufo e pozzolana, tanto che nella cava grande sono ancora presenti due pozzi di accesso verticale, che fungevano sia da canali di ventilazione che per l’estrazione del materiale, che prima di essere messi in sicurezza apparivano come mostrato in questo mio video.
Non distante dalla cava grande è poi presente un ampio ipogeo, che in realtà potrebbe anche essere connesso alla cava stessa, anche se oggi appare separato, cosa che potrebbe dipendere dai cedimenti del terreno e dagli interramenti che si sono verificati nel tempo.
Interessanti anche gli ipogei localizzati dove un tempo erano presenti edifici oramai spariti, che molto probabilmente altro non sono che quella che un tempo era la parte interrata di tali edifici, come ad esempio cantine o magazzini. Tali edifici sono tutti rilevabili nella pianta del Catasto Gregoriano del 1816 e furono poi demoliti nel corso del tempo, principalmente ad opera Vittorio Emanuele II che, quando riacquistò la villa nel 1872, procedette alla rimozione di quegli edifici che non avevano per lui più interesse o utilizzo. L’ingresso in tali ipogei è spesso molto angusto e, fortunatamente, ben nascosto, così da rappresentare una sorta di messa in sicurezza naturale.Altre cavità, per le quali è più difficile capire se siano del tutto naturali od opera dell’uomo, sono presenti dove al tempo non erano rilevabili edifici, cavità che mostrano spesso un interno apparentemente lavorato dall’uomo, come ad esempio pareti piuttosto regolari o nelle quali è rilevabile l’azione di strumenti meccanici, come ad esempio le classiche scalfitture lasciate dall’uso di un piccone, cosa che farebbe ipotizzare che queste cavità siano state utilizzate come punti di stoccaggio di vario materiale o come piccole cave per estrarne materiale da costruzione. Un esempio di questo tipo di cavità è in questo mio video.
Infine, sempre con una buona distribuzione all’interno della villa, ma con maggior concentrazione sul Colle della Finanziera e quello delle Cavalle Madri, sono presenti cavità da cedimento del terreno, di diversa grandezza e quasi tutte fortunatamente messe in sicurezza con cartelli e reti metalliche, la cui presenza è forse dovuta, oltre che alla natura del terreno, anche ai sistemi catacombali – Catacombe di Priscilla, dei Giordani e di Sant’Ilaria – che in parte sono al di sotto della villa.
Concludo ribadendo che la parte sotterranea della villa è sì affascinante, ma anche pericolosa, motivo per cui non do mai la posizione di ciò che condivido e l’ovvio suggerimento è quindi quello di non avventurarsi mai, soprattutto se soli, all’interno di ciò che doveste eventualmente scoprire.

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