venerdì 1 agosto 2025

Il sistema idrico di Antemnae

Nel 1876 i Savoia acquistarono la tenuta di Ponte Salario, che si estendeva dal Tevere fino all’Acquacetosa, comprendendo anche Monte Antenne, dove in origine sorgeva la città di Antemnae, probabilmente sabina ma che, ipotizza Dioniso, possa essere stata fondata dai Siculi, il cui nome potrebbe derivare dalla locuzione latina “ante amnes”, ossia "davanti ai fiumi", come ipotizzato da Varrone (“ante amnem qui influit in Tiberim” – in “Lingua Latina lib. IV”), ad indicare il punto in cui l'Aniene, in antichità chiamato anche Teverone, si unisce al Tevere, cosa che avviene appunto immediatamente alla base del monte.

L’esistenza della città di Antemnae è nota da tempo, grazie alle numerose fonti antiche, come ad esempio i racconti di Dionisio, Livio e Plutarco, che ne ricordano le lotta contro Roma per vendicare il Ratto delle Sabine, dato che tra le donne rapite sembra ce ne fossero numerose provenienti, appunto, da Antemnae.

Per la localizzazione certa della città, bisogna tuttavia attendere fino al 1819, quando Antonio Nibby ne individuò i resti architettonici, ritrovamento poi confermato nel 1834 da Willam Gell.

Purtroppo, in conseguenza dei lavori di costruzione di Forte Antenne, il poco che era rimasto della città di Antemnae andò del tutto distrutto, soprattutto per quanto riguarda le opere in muratura, mentre alcuni resti di piccoli manufatti sono oggi esposti nel Museo Nazionale Romano, come ad esempio una splendida riproduzione di “Giunone con un elmo” che vedete qui sotto.

Giunone con elmo – Museo Nazionale Romano

Altrettanto interessante è quello che si ipotizza fosse il sistema idrico della città, probabilmente molto simile alla ben nota tecnica idraulica romana, del quale oggi restano tre interessanti reperti, come il canale di captazione delle acque piovane, che vedete nell’immagine qui sotto e che, volendo, potete visitare virtualmente con questo mio video.

Il canale di captazione delle acque

Il canale di captazione fu intercettato durante i lavori di costruzione di Via di Ponte Salario ed è visibile subito dopo il secondo tornante, anche se con i passare del tempo il suo ingresso risulta sempre più interrato e, quindi, difficile da vedere.

Nelle vicinanze del canale di captazione, c’è poi pozzo idrico, messo in sicurezza da un tombino moderno, come potete vedere qui sotto, tanto che è quasi difficile l’epoca, proprio per questa sorta di commistione tra antico e nuovo.

 Il pozzo idrico vicino al canale di captazione delle acque

Infine, c’è un secondo pozzo idrico, situato poco più in alto a destra rispetto al canale di captazione, in passato poco visibile a causa della fitta vegetazione – ci ho messo un bel po’ prima di trovarlo – che nella foto qui sotto è come si presentava a febbraio del 2022, quando finalmente lo trovai, testimoniando la scoperta in questo video.

Il secondo pozzo idrico – Febbraio 2022

Il pozzo fu poi portato chiaramente alla luce nel giugno del 2022, dopo la pulizia vegetazionale fatta in previsione della piantumazione dei nuovi alberi, mostrandosi come potete vedere nella foto che segue, sicuramente più visibile, ma perdendo quel non so che di misterioso che aveva quando era immerso e nascosto dalla vegetazione.

Il secondo pozzo idrico – Giugno 2022 

Il pozzo sparì poi del tutto nella primavera del 2023, quando fu completamento ricoperto di terra e materiale di risulta, operazione autorizzata ed effettuata dal Servizio Giardini, cosa che lasciò molte perplessità in merito, visto che, se da un lato aveva senso proteggere e mettere in sicurezza il pozzo, dall’altro si potevano trovare soluzioni meno radicali.

Sono invece e purtroppo andate distrutte le cisterne, che si ipotizza fossero più d’una, che fungevano da punti di raccolta dell’acqua, posizionate in diversi punti della città e probabilmente alimentate, tra l’altro, dal canale di captazione di cui sopra.

Resta invece da capire il ruolo del pozzo arcaico, da me scoperto a Monte Antenne nel marzo del 2023, scoperta riportata anche da La Repubblica – per motivi che ignorò, l’articolo usò il termine “tunnel” invece che “pozzo” – come potete vedere nell’immagine qui sotto e, volendo, anche nel video che testimonia la sua ispezione interna. Il pozzo non sembrerebbe connesso al sistema idrico, sia per la sua posizione, che per la sua struttura, anche se ovviamente non vi è certezza in tal senso. 

L’articolo di “La Repubblica” – 20 marzo 2023

Per chi volesse approfondire la storia di Antemnae, consiglio vivamente il libro “Antemnae” di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, non proprio economico e non facile a trovarsi, del quale vedete la copertina qui sotto.

 Copertina del libro “Antemnae”

Il libro fu pubblicato nel 1978 ed è un’opera molto tecnica ma decisamente completa nelle informazioni.

Nel 1985, Stefania Quilici Gigli, a fronte di nuove ricerche condotte in situ, ha pubblicato una sorta di suo aggiornamento, dal titolo “A proposito dei vecchi scavi ad Antemnae”, disponibile presso Academia.

Concludo, per chi volesse andare a vedere di persona, che nella mia mappa della villa gli elementi dei quali ho parlato sono mappati come “Pozzo idrico di Antemnae - 1”, “Pozzo idrico di Antemnae - 2” e “Canale di captazione delle acque”.

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