Come già ho avuto modo di raccontare, Villa Ada è tanto bella sopra, quanto misteriosa sotto, nascondendo grotte naturali e artificiali, cave, ipogei e resti di edifici oramai spariti, come quelli sul Colle del Roccolo, zona della villa dove vi porto oggi per scoprire un ampio ipogeo, il cui ruolo al tempo è di difficile interpretazione.
A differenza dell’ipogeo
sul Colle delle Cavalle Madri, più piccolo ma simile nell’accesso, quello
del Roccolo non ha un riferimento sulla pianta del Catasto Gregoriano del 1816, cosa che farebbe ipotizzare
un’origine del tutto naturale dell’ampia cavità, tale da non ritenere utile
censirla.
Come vedete nell’immagine qui sotto, un estratto della
pianta del Catasto Gregoriano,
l’ipogeo si trova molto vicino a uno degli edifici al tempo presenti sul colle,
edificio del quale oggi rimangono alcune tracce, come potete vedere nella foto
che ho associato a esso nella pianta, nella quale ho anche incluso l’ingresso
dell’ipogeo e altri due edifici della villa, immagino conosciuti da tutti, così
da facilitare la collocazione dell’ipogeo in questione.
La pianta del Catasto Gregoriano, con i principali elementi evidenziati
L’ipogeo è piuttosto ampio – un suo rilevamento completo, fatto da Sotterranei di Roma, riporta uno sviluppo complessivo di circa 240 metri quadrati – ed è suddiviso in tre ambienti di dimensioni diverse. Curiosa la presenza, in uno di questi ambienti, di un’ulteriore piccolo vano all’interno del quale c’è un blocco in pietra di forma regolare e dimensione simile a quella di un letto matrimoniale – il vano, proprio per tale presenza, viene a volte menzionato come “la camera da letto” – quasi sicuramente modellato dall’uomo, la cui funzione è però difficile da determinare.
L’ambiente più grande, che è più o meno in linea con
l’ingresso dell’ipogeo, presenta, in corrispondenza di un rialzo del pavimento
segnato da un piccolo muretto di natura artificiale, un interramento che ne
impedisce una facile percorrenza, a meno di non procedere carponi. Il tratto
interrato, di lunghezza di poco superiore a quello percorribile agevolmente,
consente di arrivare al termine dell’ipogeo, dove non sono rilevabili
collegamenti con altre cavità.
In passato, l’ipogeo è stato oggetto di insediamenti
abusivi, tanto che fino al 2019 erano presenti diverse suppellettili, ma negli
ultimi anni – direi almeno tre – nelle mie periodiche visite, non ho più
trovato segni della presenza dell’uomo, anche se all’interno dell’ipogeo ci
sono ancora molti rifiuti, soprattutto plastici, come si può vedere nel collage
di foto che trovate qui sotto.
Collage di foto dell’ipogeo
È proprio la vicinanza all’edificio del quale vi parlavo
che potrebbe suggerire un utilizzo dell’ipogeo come locale di servizio, ad
esempio per lo stoccaggio di materiale relativo all’uso agricolo che, almeno
fino alla fine del Settecento, veniva fatto della zona, uso poi gradualmente
ridottosi anche in virtù degli
acquisti che fece Vittorio Emanuele II dopo aver acquistato la ben più
piccola proprietà dei Potenziani, che a loro volta l’avevano acquistata dai
Pallavicini, come
ho raccontato con maggiori dettagli nel post sulla storia della villa.
Nell’immagine che segue, ho sovrapposto la pianta del Catasto Gregoriano
già mostrata in precedenza con l’immagine della stessa area presa da Google Earth, così da rendere evidente la
collocazione dell’ipogeo rispetto a come la villa si presenta oggi.
Sovrapposizione tra la pianta del Catasto Gregoriano e l’immagine di Google Earth
Interessante è anche la vicinanza dell’ipogeo a uno dei sistemi caveali che si sviluppano al di sotto del Colle del Roccolo, che dista all’incirca una cinquantina di metri, cosa che potrebbe far ipotizzare un loro collegamento funzionale, ma difficilmente fisico, visto che, come detto più sopra, l’ipogeo termina senza che siano rilevabili ulteriori connessioni o cunicoli. Certo, non si può escludere che in passato la situazione fosse diversa e che un cedimento successivo della volta abbia chiuso per sempre un eventuale collegamento al sistema caveale.
In conclusione, un ulteriore tassello che arricchisce la storia della villa e i suoi ancora irrisolti piccoli misteri e le sue curiosità.



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