venerdì 1 agosto 2025

Dall’entusiasmo alla delusione – Storia di un cippo che non era tale

Tutto nasce un pomeriggio di qualche tempo fa, quando un amico mi chiama per dirmi di aver trovato quello che sembrava poter essere un cippo, che però, trovandosi in posizione supina e seminascosto dal terreno, come potete vedere dalla foto qui sotto, necessitava di ulteriori indagini per verificare o meno tale ipotesi.

Il cippo al momento del suo rinvenimento

Il cippo in questione – o meglio, quello che speravano fosse tale – si trova vicino alla piccola piramide che segna il passaggio dell’Acquedotto Vergine, che vedete qui sotto e che si trova poco lontano da uno degli ingressi su Via Salaria.

La piramide che segna il passaggio dell’Acquedotto Vergine

Quello che lasciava sperare in qualcosa di interessante e storico, era proprio la vicinanza a uno dei marcatori del passaggio dell’acquedotto, considerando anche la presenza, nella Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, di un cippo dell’Imperatore Tiberio e, all’estremo opposto della villa, di quello dell’Imperatore Claudio.

Riunitici sul posto, abbiamo delicatamente rimosso la poca vegetazione che ricopriva il cippo, riportandolo alla vista, come si può vedere nella foto pubblicata all’inizio del post, cosa che ci ha permesso di confermare una forma tipica di un cippo, con una differenza nella larghezza che poteva indicare la separazione tra parte inserita nel terreno e parte visibile.

Abbiamo poi effettuato qualche misurazione, ottenendo le dimensioni mostrate nell’immagine che segue, dove ho anche evidenziato alcuni elementi ci sono parsi interessanti, come il foro posto quasi al centro del cippo e altri due fori, di forma quadrata, posizionati nell’angolo in basso a destra. Di tutti questi fori, però, non avevamo idea del loro ruolo e, a essere sinceri, non ne abbiamo idea neanche adesso.

Le misure del cippo

Poiché la parte visibile del cippo non presentava alcuna iscrizione, cosa che tra l’altro rendeva solo un’ipotesi il fatto che quello fosse effettivamente un cippo, la speranza era che fosse la parte inferiore, quella nascosta alla vista, a poter svelare l’arcano, cosa che però avrebbe richiesto di sollevare il cippo, che appariva ben saldo nel terreno.

Considerando che il cippo poteva avere un valore storico importante, non abbiamo ritenuto fare alcunché prima di aver dato comunicazione del ritrovamento alla Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, come peraltro previsto dalla normativa vigente.

Nell’attesa, e come spesso faccio nella speranza di avere ulteriori informazioni, ho provato a sovrapporre l’immagine presa da Google Earth con quella del Catasto Rustico, nella sua ultima edizione del 1903 –ho fatto la stessa cosa con il Catasto Gregoriano del 1816, ma in quella zona non erano presenti linee o confini di alcun tipo – ma come potete vedere nell’immagine qui sotto, benché il cippo sembra trovarsi su una linea di confine tra le due particelle catastali 807 e 808, non sembra essere in un punto di piegatura di tale confine, posizione nella quale venivano normalmente posti i cippi, proprio per evidenziare un cambio di direzione della separazione tra due o più proprietà.

Sovrapposizione tra la pianta del Catasto Rustico e l’immagine di Google Earth

Abbiamo fatto poi passare un po’ di tempo, nella speranza che la nostra segnalazione portasse a qualche analisi ufficiale, cosa che non sappiano sia avvenuta o meno, per cui abbiamo poi deciso di dare un’occhiata, sollevando delicatamente il cippo, cosa che però ha fatto svanire ogni ipotesi fatta e, di conseguenza, la speranza di aver trovato qualcosa di importante.

Il lato nascosto del cippo

Come potete infatti vedere dall’immagine qui sopra, la parte inferiore appare del tutto non lavorata, cosa assolutamente anomala per un cippo, tanto da far pensare che il masso – perché a questo punto così è meglio chiamarlo – fosse stato posizionato proprio come noi lo abbiamo trovato, quasi fosse un basamento per qualcos’altro, ipotesi che potrebbe giustificare anche quella strana presenza dei fori già evidenziati.

Insomma, che dire, dalla speranza alla delusione, cosa non infrequente quando si va costantemente alla ricerca di qualcosa, per cui va bene così, anche se resta il dubbio della reale funzione di quanto trovato, cosa sulla quale manterremo l’attenzione, ma senza troppe illusioni, visto che si tratta di un elemento minore, non certo documentato dal materiale storico disponibile.

Concludo, dicendovi che, per chi fosse interessato, il masso è riportato sulla mia mappa della villa e identificato come “Basamento o cippo - 2”.

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