Si deve a Vittorio Emanuele II l’aver portato l’estensione della villa a quella che conosciamo oggi, dato che, dopo aver acquistato nel 1872 la proprietà dei Potenziani, si lanciò in una considerevole serie di acquisti delle proprietà confinanti con quella inizialmente acquistata.
L’unica variazione che si ebbe successivamente fu l’acquisto, probabilmente fatto dalla Banca Romana – per la cronistoria dei vari passaggi di proprietà, si può fare riferimento al mio post sulla storia della villa – di un’area che oggi coincide con quella delimitata da Via Ettore Petrolini, Via Giacinta Pezzana e Via Anna Magnani e che viene spesso identificata come Area Tanlongo, dal nome del suo proprietario, Pietro Tanlongo, figlio di Bernardo Tanlongo, governatore della Banca Romana, area che sul finire degli anni 30 sarà poi ceduta da Vittorio Emanuele III al Comune di Roma per un progetto di edilizia residenziale, che porterà alla realizzazione delle strade già menzionate e dei relativi edifici.
Nella pianta che vedete qui sotto, redatta intorno al 1945 e nella quale ho evidenziato tale area, si può vedere chiaramente come questa era già indicata la fisionomia della nuova area residenziale, con le strade e le zone dove poi saranno costruiti gli edifici.
Pianta del 1945
All’interno di tale area, in una posizione prossima al suo confine con Via di San Filippo Martire, era presente un casale, già censito nel Catasto Gregoriano del 1816, come potete vedere dall’immagine che segue, dove oltre al casale ho evidenziato i confini dell’area e altri due edifici, più noti, che spero facilitino la comprensione della posizione del casale in questione.
Pianta del Catasto Gregoriano, con evidenziati alcuni edifici e i confini dell’area Tanlongo
Naturalmente, all’epoca in cui il Catasto Gregoriano fu redatto, la proprietà del casale e dell’area, che al tempo era suddivisa in tre particelle distinte, non era di Pietro Tanlongo ma, come si può vedere dall’estratto dal brogliardo che vedete qui sotto, di tali Fischer Franco (o Francesco) e Antonello Clementina – il brogliardo non è di facile lettura e sembra potersi inoltre leggere la frase “vostro fratello e sorella, enfiteusi dell’abbadia” – con il casale descritto come “casa con corte a uso della vigna”, una descrizione piuttosto tipica al tempo, per una zona, quella dell’Agro Romano, quasi totalmente vocato a un uso agricolo o vinicolo.
Estratto dal brogliardo del Catasto Gregoriano
Oggi del casale, che peraltro si trova in una delle zone meno frequentate della villa, prossima a dove, a dicembre del 2019, cedette parte del muro storico della villa con relativa chiusura di parte di Via Giacinta Pezzana, non rimangono che minime tracce – una piccola finestra e parte del muro perimetrale – come potete vedere nel collage qui sotto.
Resti del Casale Tanlongo
Concludo ricordandovi che, per chi volesse andare a dargli un’occhiata, il casale è censito sulla mia mappa della villa come “Resti del Casale Tanlongo”.




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