Come raccontato nel libro “Il lampadario di cristallo”, scritto nel 1992 da Enrico D’Assia, secondogenito di Mafalda di Savoia e di Filippo d’Assia-Kassel, la Regina Elena del Montenegro, sua nonna, aveva costruito un buon rapporto d’amicizia con Giuseppe Visconti, padre del più noto Luchino, tanto da nominarlo “gentiluomo di corte addetto alla sua persona”.
Tra l’altro, probabilmente proprio per il ruolo che gli
fu assegnato, Giuseppe
Visconti andò ad abitare, negli anni Venti, in quella che ancora oggi è
conosciuta come Villa Visconti e che si trova all’angolo di Via Salaria con Via
Nera, proprio di fronte a uno degli ingressi della villa, e la cui storia è ben
raccontata in questo
video disponibile su YouTube.
Fu proprio Giuseppe a convincere la famiglia reale a
realizzare, all’interno del cortile coperto della Palazzina Reale,
un piccolo teatro di impronta barocca, come descritto nel passo de libro che
vedete nell’immagine qui sotto, teatro che fu inaugurato con una
rappresentazione, che ovviamente non poteva che essere diretta da Luchino
Visconti.
Estratto dal libro “Il lampadario di cristallo”
Del teatro in questione, sono riuscito a trovare alcuni
documenti nel
Fondo della Real Casa – Patrimonio Privato, custodito presso l’Archivio
Centrale di Stato e purtroppo ancora non catalogato, se non in
piccolissima parte, documenti che descrivono per sommi capi l’idea del progetto,
come potete vedere nell’immagine che segue.
I documenti relativi al progetto del teatro
Il progetto prevedeva una capienza di circa 150 posti e un
interessante disegno di come il teatro sarebbe dovuto apparire, disegno che
vedete qui sotto, consente di apprezzare la distribuzione complessiva delle
diverse zone.
Il disegno di come il teatro doveva essere strutturato
Dal disegno qui sopra si possono distinguere chiaramente:
la platea; la buca d’orchestra, detta anche golfo mistico; l’area per lo
scenario; gli spogliatoi; il palcoscenico, con la buca del suggeritore, la cui visione
frontale è riportata nell’immagine qui sotto.
La vista frontale del palcoscenico
In definitiva, un teatro nemmeno troppo piccolo, considerando
che aveva uno sviluppo longitudinale di circa 38 metri e che occupava buona
parte del piano terra della Palazzina
Reale, considerando che questa ha una lunghezza, sul suo lato lungo, di
circa 54 metri.
Considerando la probabile epoca della sua costruzione – purtroppo
i documenti trovati non sono datati, per cui si possono fare solo ipotesi – e gli
eventi che si susseguirono dopo l’armistizio, molto probabilmente il teatro non
fu molto usato, per essere poi dismesso quando la palazzina perse la sua
funzione originaria e cominciò a essere usata dalla Repubblica d’Egitto, che
l’acquisterà definitivamente nel 1997 per la cifra di 25 miliardi di lire, come
ho racconto in dettaglio in questo post.




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