Sul Colle del Roccolo, a circa 250 metri dalla ben nota Torretta del Roccolo, c’è quello che sembra essere un basamento, del quale vedete un collage di foto qui sotto, sul quale in passato era probabilmente posizionato altro, come ad esempio un elemento decorativo.
Collage di foto del basamento
L’ipotesi che il
basamento sia invece ciò che rimane di una colonna più alta, non sembra
ragionevole, considerando che la superficie superiore appare perfettamente
livellata, cosa che sarebbe difficilmente possibile nell’ipotesi di una colonna che poi, per qualche motivo, si sia rotta o spezzata.
Il basamento, le
cui dimensioni le vedete sintetizzate nella foto che segue, ha una parte
superiore perfettamente circolare, mentre la base, che al momento del
ritrovamento era immersa nel terreno, ha una forma ottagonale, non regolare, probabilmente per alcune rotture avvenute nel passato.
Le misure del basamento
Come sempre faccio
quando trovo qualcosa, la prima ricerca è stata quella di analizzare come
l’area del ritrovamento si presentasse in tempi passati, usando come sempre la
pianta del Catasto Gregoriano del 1816, sicuramente la fonte più precisa e
strutturata per indagare l’assetto del terreno e delle relative proprietà.
Nell’immagine che segue, ho pertanto sovrapposto la pianta del catasto con
un’immagine presa da Google Earth, così da rendere più evidente la
posizione del basamento in relazione ad altri elementi più noti della villa.
Sovrapposizione tra la pianta
del Catasto Gregoriano e l’immagine di Google Earth
Dall’analisi della
pianta, la prima cosa emersa è che il basamento non si trovasse – sto
ovviamente facendo l’ipotesi che il basamento sia rimasto, nel corso del tempo,
nella sua posizione originaria – in corrispondenza di un punto di confine tra
diverse particelle catastali, cosa che porta a concludere che il suo ruolo non
fosse quello di marcatore di confine, cosa peraltro confermata anche dall’esiguità
della sua parte conficcata nel terreno, che nel caso di marcatori di confine è
decisamente imponente, proprio per renderne di fatto impossibile un loro
spostamento arbitrario.
Per quanto
riguarda la proprietà della particella catastale all’interno della quale si
trova il basamento, questa risulta intestata a tal Nicola Dall’Oglio, come si
può vedere dall’estratto del brogliardo associato al catasto che vedete qui
sotto.
Estratto dal brogliardo del
Catasto Gregoriano
Messa da parte
l’ipotesi del marcatore di confine, la mia attenzione è stata catturata dalla
presenza, a circa 30 metri dal basamento, di un edificio oramai sparito e che
nella pianta del catasto è indicato con la particella 107, edificio che come
vedete dal brogliardo appena menzionato è classificato come “Casa per uso della
vigna”, cosa piuttosto comune per tutti gli edifici che al tempo si trovavano
nell’Agro Romano,
un’area agricola, fatta di vigne e terreni, che circondava tutta Roma.
Questa vicinanza
mi ha fatto ipotizzare che il basamento potesse essere una sorta di riferimento
per l’edificio in questione, un po’ come oggi lo sono i numeri civici per gli
edifici cittadini o le colonne che si trovano in corrispondenza dei viali di
ingresso nei casali di campagna.
Serviva però
qualche ulteriore conferma, o quantomeno un indizio che l’ipotesi potesse
essere ragionevole, conferma che è venuta dalla Pianta del Suburbio di Roma del
1839, quindi un’epoca di fatto coincidente con quella del Catasto Gregoriano, nella quale sono tracciati, non
solo gli edifici, ma anche le vie di accesso a essi e, nello specifico
dell’edificio 107 e come si può vedere dall’immagine qui sotto, sembrerebbe che
il basamento si trovasse in corrispondenza di una svolta di 90° della strada
che, da quella che oggi è Via di San Filippo Martire, portava al tempo ai
diversi edifici
che erano presenti sul Colle del Roccolo, quasi a segnalare, appunto, il
punto d’ingresso nell’edificio in questione.
Estratto dalla pianta del
suburbio del 1839
Ovviamente, come
sempre, siamo nel regno delle ipotesi e, anche se questa a me sembra tutto
sommato ragionevole, non è affatto detto che non ce ne siano altre.
Va anche
considerato che stiamo parlando di qualcosa che non ha un valore storico tale
da far pensare che possa esistere documentazione al riguardo, per cui l’unica
leva che abbiamo è quella di analizzare ciò che si ha è dare spazio
all’immaginazione.























